Ho visto il film, e rileggendo il tuo bel post ho riscontrato per l'ennesima volta quanto possano essere diverse le empatie che si creano tra spettatore e ciò che si vede sullo schermo.Originariamente inviato da massi71
Ci sono voluti due giorni per digerire questo film che posso definire spettacolare, a modo suo, nel raccontare delle storie che poco alla volta si allacciano rivelando la relazione che le lega tra loro.
Due giorni perchè la prima impressione è stata di lentezza, pesantezza, e profonda tristezza, nonostante il finale consolatorio, poi poco alla volta, sono riuscito a pensare ai singoli personaggi, al dramma che si trovano ad affrontare, al destino che si intreccia, giustificando lo stato d'animo che provano e le azioni che compiono.
Pessimo sottotitolo italiano come è solito, anche se rende bene l'idea della sensazione che accompagnerà lo spettatore in quasi 2 ore di film tra scenari messicani e colpi di scena continui.
Ottima interpretazione di tutti gli attori, una Charlize Teron incantevole e profondamente immersa nella perdizione del suo personaggio, Kim Basinger strepitosa e sicuramente ancora affascinante, senza dimenticare tutti gli ottimi personaggi che interagiranno con loro in questo viaggio nel vuoto del proprio destino
Voto: ****1/2
Giudizio: da oscar
Consiglio: da vedere asolutamente
Beh, devo dire che ho avuto un'impressione diversa dalla tua, e proprio per una questione di empatia, che nel mio caso non c'è stata per niente.
Un film lo si giudica certamente anche dalle emozioni che lascia, e questo, purtroppo, non mi ha lasciato nulla.
Arriaga, il regista, è stato bravo sceneggiatore di film che, diretti da altri registi, hanno avuto un buon riscontro e mi sono anche "emotivamente" piaciuti: potrei citarti "Le tre sepolture" o "Babel" che si trovano ancora nel forum...
Qui invece, dietro la macchina da presa per la sua prima regia, mi ha fatto vedere un canovaccio che ho già visto negli altri film, ma che in quei film era molto meglio gestito.
Intendiamoci, il film ha delle interpreti femminili straordinarie e una Kim Basinger che probabilmente, oltre ad essere affascinante, ha fornito forse la sua migliore interpretazione di sempre, ha una splendida fotografia dosata con stile (e quei paesaggi vasti, aperti, certamente aiutano), ma nell'impostazione il film segue lo stesso clichè di "Babel" (multi trama ad intreccio a sfondo tragico) calato nei luoghi de "Le tre sepolture".
Senza contare che uno spettatore un po' smaliziato collega l'intreccio iniziale delle tre storie dopo appena 20 minuti, e da lì è solo un attendere che i numerosi flasback cronologicamente alternati si ricompongano con l'aggiunta di piccoli tasselli, peraltro via via prevedibili.
Il che, sul piano emozionale, per me è stato del tutto controproducente.
In sostanza, l'unica "abilità" del regista è stata quella di scomporre la storia creando attraverso la scomposizione quell'interesse che il melodramma di fondo non avrebbe dato se fosse stato girato secondo la sequenza lineare degli eventi, ma, come ho detto, per chi come me avesse visto gli altri, non c'è nulla di nuovo, anche se si può ammirare lo stile usato per trattare una materia che sarebbe da feuilleton puro.
Una cosa è certa, questo è un film che potrebbe suscitare pareri molto, molto diversi, e molto discordanti.
Io gli dò un **1/2