Alle sue spalle, staccati di poche centinaia di euro, seguono nell' ordine Diego Cammarata (Palermo), Letizia Moratti (Milano), Umberto Sacpagnini (Catania) e Sergio Chiamparino (Torino). Nessuna sorpresa, però. Le indennità dei sindaci, per i quali non sono previsti contributi previdenziali, sono fissate dalla legge (il Testo unico degli enti locali del 2000). Le differenze fra città della stessa fascia - nel caso di Bari, il riferimento è alle città metropolitane - è determinata da altri redditi o indennità eventualmente percepiti dai sindaci. Stando ai dati del Sole 24 Ore, però, le differenze sono al massimo di poche centinaia di euro. Michele Emiliano, per esempio, percepisce 182,54 euro in meno di Walter Veltroni e soli 5 centesimi in meno di Sergio Cofferati. L' assegno di Letizia Moratti è più leggero di quello del suo collega di Bari, ma di appena 456,15 euro.
Quando si insediò a Palazzo di Città, nel 2004, Michele Emiliano trovò l' indennità lorda determinata in 10.664,95 mensili. Nel corso del 2005 - informa una nota del Comune - il sindaco di Bari si autoridusse lo stipendio del 10 per cento, per finanziare il fondo cittadino emergenze sanitarie per l' infanzia.
Con l' entrata in vigore della legge finanziaria 2006, l' indennità massima è stata ridotta a 9mila 580,45 euro mensili. Cifra che Emiliano percepisce tuttora, devolvendo di tasca propria un ulteriore 10 per cento al fondo per i minori. Niente a che vedere con le cifre e con i privilegi dei parlamentari, ma le indennità dei sindaci sono di tutto rispetto. Anche per chi non guida una città metropolitana. Nella classifica del Sole 24 Ore è finito, sia pure nelle retrovie, anche Orazio Ciliberti.
Il sindaco di Foggia porta a casa 5mila 205,89 euro lordi. Nessuna traccia, invece, di Adriana Poli Bortone, primo cittadino di Lecce: la sua indennità è irrisoria perché si cumula con quella - decisamente più pesante - di parlamentare europeo. Non se la passano male neppure vicesindaci, assessori e consiglieri comunali.
A Bari, per esempio, Emanuele Martinelli, vice di Emiliano, percepisce un assegno di 7.185,30 euro lordi mensili. Gli assessori si fermano invece a 6.227,30 euro lordi. Per i consiglieri comunali è previsto un gettone di presenza di 81,07 euro lordi, fra i più bassi d' Italia. Per dire: per ogni seduta di commissione o di consiglio comunale, un consigliere di Milano percepisce 120,85 euro lordi. A Palermo va ancora meglio: 156,86 euro. Per tutti è però fissato un tetto massimo: la cifra liquidata mensilmente dal Comune non deve superare un terzo dell' indennità massima prevista per il sindaco.
Un capitolo a parte, poi, occupano i benefit. In alcune città ai consiglieri vengono concessi computer e telefonini. A Bari ci si consola con due abbonamenti a testa allo stadio e alla stagione di prosa. Quisquilie, certo.
Insieme con tutto il resto, costano però ai contribuenti 746 milioni l' anno. Aveva ragione Totò: è la somma che fa il totale. Che, in questo caso, è esagerato.