“Gli ultrasuoni possono produrre nei liquidi reazioni nucleari. Questo in sintesi il risultato delle ricerche, sia teoriche che sperimentali, condotte nell’ ultimo decennio dai fisici Fabio Cardone del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Roberto Mignani dell’ Università “Roma Tre”.
In particolare, gli esperimenti effettuati (in collaborazione con i fisici Walter Perconti, Andrea Petrucci e Giovanni Cherubini e dei chimici Francesca Rosetto e Guido Spera) hanno mostrato che in acqua irraggiata con ultrasuoni di opportuna potenza e frequenza si verificano trasmutazioni di elementi, sia stabili che instabili, ed è possibile produrre elementi non presenti in natura come l’ Europio. Tali processi avvengono apparentemente con emissione di neutroni. La produzione di neutroni è stata esplicitamente riscontrata nell’ irraggiamento ultrasonico di soluzioni contenenti sali di ferro. L’ emissione di neutroni è una chiara marcatura delle reazioni nucleari, che, causa il loro innesco ad opera di onde di pressione, sono state denominate reazioni piezonucleari. Il fenomeno è riproducibile e in buona misura controllabile, mostra un comportamento a soglia nell’ energia fornita al liquido dagli ultrasuoni, e ha luogo senza produrre scorie radioattive.
Il meccanismo teorico proposto da Cardone e Mignani per spiegare i processi piezonucleari è il seguente. Sotto opportune condizioni di potenza e frequenza, gli ultrasuoni producono nei liquidi il processo di cavitazione, ovvero la formazione di bolle di gas che successivamente implodono. A causa della tensione superficiale, gli atomi degli elementi presenti nel liquido rimangono intrappolati sulla superficie della bolla. Quando questa implode, gli atomi sono forzati ad avvicinarsi superando la barriera colombiana, e i loro nuclei si fondono. In altri termini, le superfici delle bolle prodotte dalla cavitazione si comportano come tanti acceleratori inerziali.
Le reazioni piezonucleari producono energia, com’è evidenziato dalla consistente evaporazione delle soluzioni, e, come già sottolineato, non danno luogo a scorie radioattive in quanto impiegano “combustibile” stabile. Inoltre, un esperimento effettuato irradiando con ultrasuoni una soluzione contenente torio ha mostrato un dimezzamento della vita media del torio e quindi un’ accelerazione del suo decadimento. Ciò implica che le reazioni piezonucleari possono svolgere un ruolo anche nello smaltimento delle scorie radioattive. Possibili applicazioni industriali sono attualmente allo studio.”

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