Non aprite quei cassetti Bene, oggi se voi guardate sui giornali, nel mentre che stanno avvenendo queste indagini delicatissime intorno al mondo Ciancimino, trattative, mandanti occulti, stragi, c'è un attacco improvviso, a freddo, al procuratore Messineo. Perché? Per una storia che era già nota due anni fa quando è stato nominato dal CSM a procuratore capo, cioè che suo fratello è sotto processo per truffa a Palermo, cioè la stessa procura di Messineo sta sostenendo l'accusa e sta chiedendo la condanna del fratello del procuratore, e perché suo cognato – il fratello di sua moglie – dieci o venti anni fa ha avuto delle indagini perché aveva dei rapporti con un vecchio capomafia, un tale Bonanno, e adesso viene fuori che al figlio di questo Bonanno il cognato del procuratore aveva suggerito, tramite la moglie di questo figlio di Bonanno, di cambiare aria visto che questo tizio era piuttosto nervoso e temeva di finire stritolato nelle guerre per bande che si sono scatenate in Cosa Nostra. Dato che non è reato dire a uno di cambiare aria, non ci sono indagini nuove e quelle vecchie erano state a suo tempo in un caso archiviate in un altro finite in assoluzione – quindi questo fratello della moglie, per quanto abbia delle amicizie discutibili, non è indagato né per mafia né per altro -; il fratello viene processato per truffa alla Regione, credo, con la procura che chiede la condanna. Cosa ci possa fare Messineo di quello che fa suo cognato è evidente che è incomprensibile. Eppure, giornalisti che non hanno mai scritto una riga su certe indulgenze della vecchia procura nei confronti del potere politico, anzi hanno sempre coperto quelle indulgenze, improvvisamente si scatenano contro Messineo e adesso, grazie a questo scatenamento, prontamente il CSM si sta interessando della vicenda e il centrodestra, soprattutto, sta cercando di far fuori questo procuratore che ha il grave torto di avere consentito ai suoi collaboratori di aprire certi cassetti e certi armadi per riscoprire quella stagione di processi sui rapporti mafia-politica che negli ultimi ani sembrava essersi completamente esaurita. Perché pare che esistano ancora rapporti fra mafia e politica, questo ve lo voglio dire con una certa sicurezza. Una “curiosa” perquisizione L'altra cosa stravagante che accade a Palermo – diciamo stravagante per non dire di peggio perché qua, come dice giustamente l'interessato, c'è da ridere per non piangere – è la perquisizione del Ros nella casa e negli uffici di Gioacchino Genchi. Gioacchino Genchi è un dirigente della Polizia di Stato che da anni era in aspettativa sindacale per poter svolgere a tempo pieno, con la sua società, consulenze informatiche, telematiche e telefoniche per decine e decine di procure. Anche qui, chi segue il blog è abituato a conoscerlo, è inutile presentarlo di nuovo. L'hanno perquisito per un intero pomeriggio e una parte della notte, con tre accuse piuttosto curiose, lo dicevo proprio per evitare termini offensivi nei confronti di chi le muove. Limitiamoci a dire che sono curiose. Ho qua i due decreti di perquisizione, vorrei esaminarli con voi non per fare l'indagine in presa diretta, l'indagine la fa la magistratura ed è giusto così, ma perché vi rendiate conto della sproporzione che c'è tra lo scatenamento contro Genchi e le cose che gli vengono contestate. Badate, la sproporzione che c'è anche nel caso in cui le cose che gli vengono contestate fossero vere. Poi non sono vere, come vedremo, ma anche se fossero vere vi rendereste conto che stiamo parlando di fesserie in base alle quali, però, questo signore è stato trasformato in un mostro e rischia di non lavorare più, perché è ovvio che se tutti i giornali continuano a scrivere che è un mostro sarà difficile che qualche magistrato si azzardi ancora a dargli delle consulenze. Gli ultimi che gliele hanno date, cioè De Magistris e la procura di Salerno, si sono ritrovati paracadutati e catapultati fuori dai loro uffici e sputtanati sulla pubblica piazza. La prima contestazione che c'è nel decreto di perquisizione la trovate sul nostro blog, voglioscendere.it: sono due i decreti di perquisizione perché due sono i procedimenti a carico di Genchi alla procura di Roma... che non si vede bene che cosa c'entri, tra l'altro, visto che Genchi abita e lavora a Palermo ed è accusato di avere fatto delle cose nella sua qualità di consulente della procura di Marsala, che è in provincia di Trapani e della procura di Catanzaro, che è in provincia di Catanzaro, non di Roma. Forse perché Genchi ogni tanto va a Roma a visitare qualche museo, chi lo sa? Scrive la procura: “Rilevato che, come emerge dall'informativa dell'Agenzia delle Entrate e in particolare dall'esame del tabulato afferente circa 2600 interrogazioni all'anagrafe tributaria effettuate da Genchi Gioacchino, utilizzando l'abilitazione – cioè la password – del comune di Mazara del Vallo, l'indagato avrebbe fatto accesso a tale sistema informatico acquisendo, elaborando e trattando dati ben oltre i termini e le finalità per i quali aveva conseguito l'abilitazione. Attese le, a volte anche reiterate, interrogazioni riguardanti soggetti residenti in località diverse e non prossime a Mazara Del Vallo quali ad esempio Milano (13 soggetti), Parma (16 soggetti), Roma (14 soggetti), ritenuti quindi sussistenti gravi indizi di reati di cui sopra per avere l'indagato, pur avendo titolo per accedere al sistema, agito per finalità diverse da quelle consentite”. Qui siamo a Marsala, ci sono indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone, la bambina di Mazara Del Vallo che da anni manca all'appello della povera madre. Genchi era il consulente della procura quando c'era il vecchio procuratore, che è cambiato poi per scadenza nell'ultimo anno. Cosa fa Genchi, naturalmente? Si tracciano i tabulati di tutti i parenti, amici, persone che hanno avuto a che fare con la famiglia perché si brancola nel buio. Non c'è neanche un indiziato, è il classico delitto contro ignoti, e si comincia a prendere i tabulati per vedere se ci sono rapporti sospetti, movimenti sospetti in modo da cercare di trovare questa bambina. E' ovvio che una ciliegia tira l'altra e nei tabulati, ogni volta che si trova qualcosa da verificare in un telefono e nei rapporti tra un telefono e altri telefoni, si prendono i tabulati di questi altri telefoni, poi i tabulati di quelli che sono in comunicazione con quei telefoni. Insomma, si fanno queste indagini a raggiera di cui Genchi ha spiegato molte volte, anche ieri sera a La7. Che senso ha contestargli di avere interpellato l'anagrafe tributaria per identificare delle persone che non abitano a Mazara Del Vallo? Voi pensate davvero che per fare un'indagine su un fatto avvenuto a Mazara Del Vallo si debbano controllare soltanto persone residenti a Mazara Del Vallo e sia strano controllarne 13 a Milano, 16 a Parma e 14 a Roma? Qui sembra di essere in un cartone animato, anche di scarso spirito.