anche al contrario, all'epoca da varie parti venivano a prendere le nostre canzoni per riadattarle.Originariamente inviato da ilgiovo
ieri sfogliando un vecchio libretto di canzoni di mia mamma ho visto la versione italianizzata di "house of rising sun"
non è la prima che vedo o che sento, di quegli anni, quando i miei erano giovani, in cui c'erano parecchi artisti che rifacevano i pezzi stranieri musica proprio identica all'orginale (magari qualche arrangiamento rifatto) e testo che è la quasi esatta traduzione, e mi è venuto da pensare a tutti quelli (me compreso, a volte) che gridano alla crisi creativa musicale dei nostri tempi, in cui tutto è già sentito e già fatto e rifatto e coverizzato.
niente di nuovo, quindi.
però non liquiderei la questione così facilmente.
mezzi di comunicazione globale accessibili alla gente non ce n'erano, a differenza di oggi.
c'era sperimentazione più di oggi, e quando veniva scoperto qualcosa di nuovo, poteva suscitare il fascino e l'entusiasmo sufficienti a volerlo importare nella nostra piccola tribù.
quello degli adattamenti e delle cover è stato uno strumento importante per la diffusione della cultura musicale. è stato un baratto che ha contribuito in modo determinante all'evoluzione artistica di molti paesi.
oggi questa funzionalità sociale e culturale è andata perduta.
bene o male si intende l'inglese in modo diffuso, per cui già una grossa fetta di musica si usufruisce in presa diretta, senza + la necessità di intermediari.
inoltre grazie ad internet e al commercio globalizzato puoi ascoltare una nuova uscita quasi in contemporanea con un americano o un inglese.
oggi è perlopiù business, anche se raramente ci sono artisti veri che ancora si prendono la briga di scoprire arte sconosciuta nei recessi del pianeta e la porta nei nostri teatri, o nelle nostre piazze.