il senso della mia discussione non era una guerra culturale campanilistica, quanto una constatazione che, allora come oggi, c'è una certa tendenza ad uniformarsi alla corrente più di successo a livello mondiale, e chiaramente quelli hanno più potere nel determinare cosa è di successo in questo momento sono i media.
Di positivo invece oggi, rispetto ad una volta, è la fioritura di tutto quel sottobosco di musica ed etichette cosiddette indipendenti (o comunque minori) che, anche se hanno una rilevanza minima nel mercato, danno una libera espressione indipendenete dell'arte musicale.
Cioè, c'è chi cerca maggiormente il successo, e allora segue la corrente, cercando di raccogliere più consensi possibile senza esprimere nulla di nuovo o chi si preoccupa molto più della musica che dei fans, e chi ha orecchie per intendere, intende! Poi ci sono i casi rari in cui uno riesce ad avere un enorme successo con delle cose musicalmente valide, e lì siamo davanti ai fenomeni.

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