ho letto lo stesso articolo sul Corriere, e mi ha fatto un po' specie l'accoglienza ricevuta, e soprattutto, la presentazione del giornalista.

"La «Stanza del silenzio» sarà anche politically correct ma, com'è evidente dall'ingresso videosorvegliato, a qualcuno potrebbe non piacere. Per esempio a vandali, antisemiti, anti-islamici o integralisti di questa o quella religione". Magari gli stessi che nelle scorse settimane hanno spedito lettere di minacce al direttore generale Giuseppe Galanzino (che ieri l'ha inaugurata) o al ragazzo dell'amministrazione che ha seguito il progetto. Frasi farneticanti («brucerai nelle fiamme dell'inferno») oppure critiche feroci per l'apertura a tutte le fedi di un luogo che fino a ieri è stato invece uso esclusivo dei cattolici.

Cioè, a quale religione, a Torino, potrebbero appartenere questi anti-islamici e anti-semiti...manco ce ne fossero 3000

Cmq, si, è una iniziativa positiva.
Certo, nel mio paese ideale, questa non sarebbe una notizia, perché dovrebbe essere la normalità.