Come si fa la cronaca?
Mettendo assieme “pezzi” di uno o più eventi in modo da farne un racconto.
Ma quando hai già sottomano un racconto, e quel racconto è già cronaca, ed è la cronaca della rivoluzione cubana, e chi l’ha scritto giorno dopo giorno è stato uno dei suoi comandanti, il “Che”, cosa possono farne un regista e l’attore che praticamente ha “voluto” il film su quel soggetto?
Nient’altro che prenderlo e portarlo sullo schermo così come sta perchè quella NON E’ storia, quando uno tiene un diario non scrive la storia, scrive di se stesso, di cosa vive, di cosa fa.
Si racconta, anche in modo frammentario.
Racconta se stesso negli eventi che attraversa, e lo fa quando ha tempo di scrivere.
E si racconta pure a colori, perché vediamo a colori nel tempo che viviamo.
Questo mi è piaciuto particolarmente nel film di Stephen Soderberg e Benicio Del Toro: raccontare il presente dell’uomo Guevara vissuto da lui stesso, tra alti e bassi, tra gioia e sconforto, tra l’essere di volta in volta medico, guerrigliero, diplomatico, maestro, insomma tutto ciò che un comandante deve essere in guerra. E necessariamente in modo frammentario perché il quadro organico lo si scrive sempre a posteriori, ed è quello il compito degli storici.
“Che- L’Argentino” non è un film storico e nemmeno un film biografico. Vista anzi l’impressionante somiglianza fisica di Benicio Del Toro con Ernesto Guevara e vista la fonte del film, allora questo è un film addirittura autobiografico.
Soderberg, è vero, ha girato in modo forse un po’ troppo freddino (il che è nel suo stile abituale, comunque) forse per la scelta comprensibile di non mitizzare Ernesto Guevara. Carismatico sì, ma non mito, non eroe hollywoodiano.
Ed è apprezzabile anche la scelta stilistica di girare il Che “arrivato”, ministro dell’industria nella Cuba di Castro, non più a colori, ma in quel bianco e nero sgranato cui ce l’ha consegnato la STORIA, perché quei filmati non riguardano più “l’uomo” Guevara, il suo racconto, ma sono connessi alle immagini del Guevara politico: l’intervista alla CBS del 1964 e il suo intervento e successive repliche all’Assemblea generale dell’ONU quale rappresentante del governo cubano,
sono le immagini che ci sono rimaste e che volendo possiamo rivedere ancor oggi, perché quelle sì sono Storia (in bianco e nero), ma nessuno rivivrà mai “il colore” della sua avventura umana, il cui seguito vedremo nella seconda parte: “Che - Guerriglia”.


Per il modo in cui è composto avverto che il film non è facile da digerire anche se il crescendo finale degli ultimi giorni della rivoluzione è assolutamente affascinante.
Mi sento di dargli un *** ½, anche se andrebbe valutato nella sua totalità.
Adesso che l'ho visto trovo che sia comunque apprezzabile la scelta di averlo diviso in due parti per la proiezione in sala: l’intero film così come era stato proiettato a Cannes dura oltre quattro ore e sarebbe risultato un mattone insopportabile.
Certo che ravvicinare i tempi di uscita delle due parti (la seconda uscirà il 1° Maggio) mi pareva più corretto.