Originariamente inviato da lookha
funziona cosí Paiola:
bisogni dell'elettore >> programma del partito -->> comunicazione del programma >> voto

Se il partito non è capace di capire i bisogni dell'elettore, o se non è capace di comunicare efficacemente il proprio programma (in gergo si dice "arrivare all'elettore), non ottiene il voto.

Se l'elettore non capisce/accetta/crede nel programma/messaggio/valori del partito, la responsabilità è sempre del partito che voleva il voto di quell'elettore e che non è riuscito ad ottenerlo.

Questo è praticamente l'abc di qualsiasi partito, associazione, movimento che voglia ottenere il consenso degli elettori.
cosa ne pensi però di questa situazione:
- 13 anni fa nel mio paese il centro-sx vinse le comunali. Rifondazione ottenne la poltrona da vicesindaco e quella dell'assessorato ai lavori pubblici.
- dopo i primi, entusiasmanti, mesi di lavoro arrivò il momento di approvare il bilancio. L'assessore ai LP mandò in giro due tecnici per verificare lo stato delle strade
- valutate le risorse economiche, non si poteva sistemare tutto; l'assessore propose quindi di sistemare le strade messe peggio
- dal resto della maggioranza, l'allora PDS, arrivò un secco rifiuto: in quell'elenco non c'erano le strade in cui abitavano 2 loro assessori e sopratutto da dove erano arrivati diversi voti utili

l'assessore LP si dimise con la motivazione "se siamo arrivati qui per essere come gli altri, che ci siamo arrivati a fare?", la giunta crollò e il paese passò in mano alla destra; crollo di voti, ampiamente prevedibile, per il nostro partito.
Sfiduciati dall'elettorato per aver rifiutato compromessi e raccomandazioni...

E allora, lo schema che proponi "bisogni dell'elettore >> programma del partito -->> comunicazione del programma >> voto", nel momento in cui "bisogni dell'elettore" coincide con "fateme favori a me e chi se ne frega degli altri", è davvero il migliore?