l'assenza di modelli autentici e il deserto interiore che inevitabilmente questa era ipertecnologica lascia al suo passaggio è chiaramente avvertito dagli studenti del liceo dell'onda, che non sanno più a chi o a cosa appellarsi per sentirsi vivi. L'unica valvola di sfogo sembra essere lo sballo che si consuma in feste a base di alcol e droga. Ma l'occasione per loro arriva da un professore rockettaro innamorato di ramones e clash, che per la lezione di autocrazia sperimenta il suo personale metodo didattico, fondato sul coinvolgimento emotivo per far assimilare pienamente la lezione. Per gli studenti l'esperienza è totale, al punto da uscire dai ristretti confini della scuola per arrivare ad abbracciare la loro stessa vita. Nel giro di una sola settimana, quella che inizialmente era una divertente simulazione di dittatura assume i sinistri tratti della traduzione nella realtà. L'esperimento è pienamente riuscito, non senza delle conseguenze drammatiche.
Accompagnata da una regia incalzante e frenetica e da una colonna sonora ad alto voltaggio, l'onda possiede quel fascino e quell'ingenuità tipici dei giovani e delle loro storie. Le tre stellette se le merita tutte.