Ottimo esempio di come si ricostruisce la storia in laboratorio, o meglio, in uno studio tv.
Mattei presentato come esempio di patriota, accento posto sulla sua vita privata (che brava persona che viene fuori) e sul suo tentativo di emancipare l'Italia dalla schiavitù delle grandi multinazionali (peraltro anche vero, ma è solo un aspetto della sua opera).
Mattei fu anche quello che inaugurò la corruzione in grande stile nell'Italia del dopoguerra, che usò gli enormi profitti di un ente statale che dirigeva, nascosti e usati come fondi neri, per pagare i politici affinché lo riconfermassero alla guida di quello stesso ente. Fu quello che diceva "i partiti sono come i tassì, si sale, si dice dove si vuole andare, arrivati a destinazione si paga e tanti saluti". La corruzione su grande scala fu inaugurata da lui. Fu quello che sì, viveva in modo morigerato e sobrio, ma non per onestà quanto piuttosto per mancanza di ambizioni: siccome il suo svago era pescare, non esitava ad andare in Norvegia con l'aereo della società (ovviamente a spese dello Stato, perché l'ENI era un ente statale).
Aveva certo degli ideali, e la sua visione nel lungo periodo si rivelò più lungimirante di quella di chi lo criticava; cercare accordi diretti con i paesi produttori, evitando che si arrivasse infine alla crisi del '73 e agli arabi che, stanchi di anni di servitù, puntarano una pistola alla testa dell'Occidente. Ma era una figura molto più complessa di quello che viene fuori in una pietosa soap opera da quattro soldi.