Ad oggi l'aborto in Spagna è un reato se viene praticato al di fuori dei termini stabiliti dalla legge: se è frutto di una violenza (12 settimane), se il feto presenta gravi malformazioni fisiche o psichiche (22 settimane) o se c'è pericolo per la vita della madre o per la sua salute fisica o mentale.
Al di fuori di questo appunto è reato e in teoria si va in carcere (in pratica non si va mai).

Se viene approvata la legge la decisione di interrompere la gravidanza sarà un diritto giuridicamente esigibile, all'interno dei vincoli stabiliti dalla legge invece di essere una concessione dello Stato tutelata dai medici e dai giudici.
Quindi, dal momento in cui sarà approvata la legge, le donne potranno esigere che un ospedale pubblico le faccia l'operazione, cosa che non potevano fare fin'ora (infatti andavano tutte in cliniche private. Solo il 3% degli aborti avviene in struttura pubblica) e se non c'è disponibilità, l'ospedale dovrá derivare la paziente a una clinica convenzionata.

c'è anche da dire che questa modifica s'inserisce all'interno di una più grande, che riguarda l'educazione sessuale: i poteri pubblici (quindi la scuola per esempio) sarà obbligata a promuovere oltre all'educazione sessuale anche l'uso dei contraccettivi. Si parla infatti di rendere la pillola gratuita.

al di fuori di questi limiti, la donna prenderà al massimo una multa, invece di rischiare il carcere.
Per il medico, carcere da uno a 3 anni se non rispetta la legge.