Funziona anche all'inverso purtroppo. Cioè tu, che magari stai pubblicando un articolo, chiedi al pezzo grosso di dargli una lettura (magari l'argomento lo interessa) e lo infili tra i nomi cosí da avere piú possibilità che una buona rivista sia interessata.Originariamente inviato da caimano73
Ma qui siamo proprio di fronte al più bieco nepotismo: per anni i due ricercatori sono stati costretti ad inserire come cofirmatari nelle loro ricerche il figlio del primario del reparto di pediatria oncologica dell'Ospedale Gemelli di Roma, costretti ad accettare collaboratori imposti dall'alto.... che tristezza.
Questa è pura fantasia. Quattrocento-cinquecento pubblicazioni scientifiche non ce le ha manco un premio Nobel, ma stiamo a scherzare?Siamo all'assurdo in cui giovani laureati, hanno già all'attivo dalla quattrocento alle cinquecento pubblicazioni scientifiche[...]Per questo i concorsi diventano barzellette.
Prima cosa: in Italia non lo so, ma in qualunque altro posto al mondo conta veramente qualcosa se sei il primo autore (quello incaricato del progetto) o l'ultimo (chi è a capo del laboratorio di ricerca). Il resto degli autori solitamente non ha fatto moltissimo quindi puoi avere tutte le pubblicazioni che vuoi come secondo autore e resti cmq dietro quello che ha una sola pubblicazione, ma come primo autore.
Secondo: anche se fossero 400 pubblicazioni portate avanti dal proprio laboratorio (dove puoi decidere chi fare collaborare con chi) in una carriera da leader di laboratorio (30 anni a dir tanto) fanno 12 pubblicazioni l'anno. Una al mese. I tempi medi per una pubblicazione degna di nota in quel campo sono 3 anni. Ergo quel numero è pura fantasia.