Rispetto a come è stata presentata la dichiarazione ci sono dei punti errati.

Zaia parla espressamente del vino sostenendo che è assurdo e sbagliato criminalizzarlo. E sono d'accordo con lui.
Il vino fa parte della nostra cultura, tra cui una parte importante è rappresentata dalla nostra cucina che è riconosciuta di eccellenza in tutto il mondo (e sì, la cucina è parte importante della componente culturale italiana).

Diverso è il discorso sull'alcol in generale, e particolarmente sulla birra. Quest'ultima infatti è maggiormente bevuta fuori pasto e soprattutto da un pubblico giovanile. Alla birra è più legata la cosiddetta cultura dello sballo, insieme ai superalcolici, mentre non lo è al vino. E anche qui, giustamente, Zaia propone tolleranza zero, 0 assunzione di alcol per i neopatentati.

Inoltre Zaia solleva un altro aspetto importante:

«Non credo nel proibizionismo», ha rincarato il ministro, prima di spiegare che «il limite attuale, di 0.5 grammi di alcol per litro di sangue, è quanto mai ragionevole: corrisponde a due bicchieri di un vino con meno di 11°, ed entro questa soglia si è perfettamente in grado di guidare». Anche perché «solo il 2.09% degli incidenti totali è provocato da guidatori in stato di ebbrezza. E stiamo parlando di automobilisti ben al di sopra del 5%.
[...]
Vogliamo parlare del fumo? O degli antistaminici? Ed i tranquillanti? Temo siano più pericolosi dei suddetti due bicchieri, ma nessuno se ne cura».


Beh, per me è molto condivisibile.