Originariamente inviato da agiaco
tieni anche conto di un fatto: la legge che disciplina le discriminazioni di stampo sessuale sui luoghi di lavoro contiene un'inversione dell'onere della prova.

Cioè, mentre abitualmente chi ricorre in giudizio deve dimostrare la fondatezza delle sue domande, in questo caso la donna che si dichiara discriminata deve solo indicare qualche elemento anche vago da cui si possa presumere la discriminazione, e spetta poi al convenuto dimostrar che la domanda è infondata. Proprio perchè altrimenti la prova sarebbe difficile.
Ciò vale in generale anche per le cause riguardo il lavoro?
In pratica di fronte la legge, il datore potrebbe partire svantaggiato rispetto ad un dipendente?