Afganistan: 18 febbraio 2010
Anche a Nadali, altro distretto non lontano dall'ospedale di Emergency a
Lashkar-gah, stanno combattendo ormai da giorni.
Akter Mohammed è arrivato poco fa con il padre Wali Jan, un uomo di almeno
60 anni con una folta barba bianca.
Un proiettile, uno solo, gli ha passato la testa da parte a parte.
È ancora vivo e lo stanno operando.
Il padre urlava e si dibatteva il petto, non solo per quello che hanno fatto
a suo figlio, ma anche per il modo.
Akter era in casa sua, dietro a una finestra su cui batteva il sole.
La sua curiosità l'ha spinto ad avvicinarsi per vedere cosa stava
succedendo fuori, con tutti quei rumori di blindati e di armi.
Un soldato ha intravisto una sagoma dietro il vetro e ha sparato. Colpo singolo
alla testa.
Poi gli altri sono entrati in casa, urlando e facendo alzare le mani al padre,
spingendolo con forza contro il muro.
In un angolo, sotto la finestra, hanno visto il risultato del proiettile esploso
contro la sagoma che appariva alla finestra.
Un bambino di nove anni. Nove.
Appena l'hanno visto a terra ferito e spaventato, se ne sono andati.
Senza una parola.
Non si abbandona così nemmeno un cane.
DALL'OSPEDALE DI EMERGENCY DI Lashkar-gah
http://www.emergency.it/menu.php?A=0...7&ln=It&lic=75
Gulaly ha una bellissima treccia di capelli scuri scuri e due occhi chiarissimi.
A Dilaram, altro villaggio dopo il distretto di Grishk, era davanti a casa.
Stava curando i pochi animali che molte famiglie afgane hanno e che permetteno loro
di sopravvivere.
Ha sentito i rumori della guerra avvicinarsi, ha visto il fratellino più piccolo che
si stava allontanando troppo.
E corsa da lui, lo ha preso in braccio ed è corsa verso casa.
Appena entrata, dopo essersi seduta, ha sentito una grande fitta di dolore e un intenso
bruciore al fianco destro.
Allora la mamma l ha guardata, ha visto un buco nei vestiti, del sangue.
Girandola ne ha visto un altro di buco, nella schiena,e ancora sangue.
Il padre l ha carica in macchina, quella dello zio, hanno fatto pochi metri ma sono stati fermati.
Non si può passare, è ormai tardi, dicono gli stranieri.
Così la riportano in casa, ascoltando i suoi lamenti per tutta la notte.
Di mattina presto riescono finalmente a partire.
Gulalay è arrivata all ospedale di Emergency a Lashkar-gah nel primo pomeriggio, dopo
quasi 24 ore dal colpo di proiettile che l ha ferita. E stata operata subito e ora, nonostante
qualche drenaggio, sta bene, ma non ha nessuna voglia di sorridere.
Gulalay ha 12 anni.
Ennesimo effetto collaterale .
Khudainazar è un ragazzino di 11 anni, con la faccia sveglia.
Era fuori dalla sua casa, a Nadali, era andato a riempire le taniche di acqua.
Improvvisamente ha sentito un gran bruciore e ha lasciato cadere l acqua che stava trasportando.
E arrivato, dopo mille peripezie ed un viaggio estenuante, al nostro ospedale con una ferita da
proiettile che è entrato all inguine sinistro ed è uscito dal gluteo destro.
Proiettile sparato da stranieri vestiti da guerra .
E sì che non è carnevale, qui.
Per sua fortuna nessun organo vitale è stato danneggiato, stentavamo a crederci anche noi.
Non appena è arrivato, ha chiesto di Akter, il ragazzino che abbiamo ricevuto l altro ieri con
la testa trapassata da un proiettile.
E un suo amico, sono vicini di casa, giocano sempre insieme.
Auguro loro di poter un giorno raccontarsi a vicenda questa loro tragedia, davanti ad una tazza
di te', mentre fuori i rumori della guerra saranno finalmente scomparsi.

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