Fazel Mohammed ha due occhi azzurri che parlano da soli.
Il suo piccolo corpo è già pieno di cicatrici, ricordi di gioco e di
malattie che da noi sono scomparse ormai da anni.
Una delle poche zone del suo corpo ancora intatte erano le ginocchia.
Ci ha pensato un proiettile, che lo ha rovesciato a terra mentre
giocava in giardino, a lasciargli un bel segno.
E arrivato da noi grazie ad uno zio dopo tre interi giorni in cui
non si è potuto muovere da casa sua,a Marja.
Ora avrà anche lì due belle cicatrici, quelle del foro di entrata e
del foro di uscita di quel maledetto pezzo di metallo arrivato a
velocità assurda.
Si è già messo in piedi, vuole andare a casa, è preoccupato per i
suoi familiari.
Sembra un uomo, ma ha 10 anni.
Da noi i bambini di dieci anni fanno la quinta elementare.
E non rischiano la vita per la guerra.
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Ali Mohammed è un bel ragazzino in carne, uno dei pochissimi qui in
Afghanistan.
Era fuori da casa sua, a Marja, e stava aiutando il nonno a rientrare
a casa visti i feroci suoni della guerra ormai molto vicini.
Il proiettile non l ha nemmeno visto arrivare, ma ha sentito una
fitta di dolore fortissimo alla spalla sinistra.
Il proiettile gli ha rotto la scapola ed è uscito dalla schiena, per
fortuna senza trapassare il polmone.
Il nonno a casa gli ha coperto la ferita con una pezza.
Ed è stato in casa ferito per 4 dolorosi giorni, prima di riuscire ad
arrivare al nostro ospedale.
Ali Mohammed ha la bellezza di 13 anni.
Ed ha già rischiato di morire.