A volte non conta nulla se le persone sono valide o meno, si taglia anche solo per "dare un segnale" alle banche con cui si è esposti finanziariamente.
Senza contare che in una società civile tutti dovrebbero avere di che vivere dignitosamente, non solo gli "eccellenti".
Chi ha aperto il thread l'ha chiamato "Informatico oggi": in effetti anch'io è da tempo che ho notato che in questo mestiere l'evolversi turbinoso delle tecnologie trasformano troppo rapidamente l'esperienza in ruggine e il lavoratore esperto in un costo aggiuntivo.
Secondo me, dopo un po' bisogna trasformarsi, riciclarsi in qualcos'altro, passare alla consulenza, all'organizzazione, alla formazione.
Spesso si acquisisce competenza nel ramo per il quale si fa software (banche, commercio etc.) e lì bisogna provare a spostare l'asse del proprio lavoro.
Tuttavia si parlava di non-tecnici, gente che è stata fortemente integrata nei processi dell'azienda e poi espulsa, a 50 anni, senza altre competenze.
Secondo me è un problema che va oltre le leggi, qua si deve cominciare a ragionare in termini di etica, di dignità della persona e di coscienza collettiva di una comunità.