in casi come l'argentina, i luoghi di maggior sofferenza sono le citta' e le comunita' medio-grandi.

nelle campagne, come anche in guerra del resto, extra a parte ovviamente (vista la situazione...), la vita mediamente risulta piu' "facile".
vuoi perche' e' piu' semplice "controllare" un numero minore di persone, ma vuoi soprattutto perche', senza molti sforzi, buona parte dei generi di prima necessita' li produci in loco.
senza contare che il "baratto" come forma di scambio e' molto piu' radicato nelle campagne che non nelle citta', e con un tracollo dell'economia, e le aziende chiuse, e' improbabile che in citta' si possa comprare qualcosa, diventa piu' "facile" il saccheggio.
essendo poi noi italiani, con uno spirito unitario e di solidarieta' che al confronto un serpente a sonagli e' un compagno per la vita, al primo accenno di una situazione simile all'argentina, i primi a partire con la speculazione sarebbero proprio i commercianti (come del resto hanno gia' ampiamente dimostrato di saper fare durante il passaggio dalla lira all'euro).

quanto alla situazione, considerando che l'ue ha gia' detto che se succede qualcosa all'italia, ci si attacca, non siamo cosi' distanti dall'argentina.
la crisi argentina e' partita da un debito estero fuori controllo, e dall'oggi al domani il governo ha deciso di smettere di pagare gli stati creditori, riproteggendo (o tentando di farlo) i crediti interni.

insomma, ocio a chi dice che va tutto bene...