Il bingo è per chi fa politica nella terra dei record, la Calabria, che ai propri consiglieri di lungo corso garantisce una «pensione» più alta di quella dei parlamentari: dopo tre mandati si arriva a 9.733 euro netti al mese, guardando dall'alto in basso i 7.200 euro lordi riservati agli ex senatori. Merito, prima di tutto, della struttura delle indennità che, come riporta il censimento degli "stipendi" realizzato dalla conferenza dei presidenti dei consigli, in Calabria privilegia la parte fissa di base (8.508,05 euro netti al mese, contro i 4.500 della Campania, per fare un esempio) e assottiglia quella variabile legata ai «rimborsi» (2.808 euro al mese, invece dei 6.317 della Campania). Il vitalizio si calcola sulla quota fissa, e il gioco è fatto. La «pensione» dei consiglieri, comunque, non fa eccezione nella terra dei record, dove tutti i costi della politica appaiono ai massimi: stando alle spese (2008) riclassificate dalla Copaff, in Piemonte e Lombardia gli organi istituzionali costano ogni anno 7,5 euro a residente, in Campania si arriva a 14,8 e in Calabria si sfonda il muro dei 38 euro pro capite. Il tutto in un Consiglio che, secondo l'ultimo rapporto sulla legislazione regionale, presenta il numero di atti di indirizzo e di interrogazioni più basso d'Italia (e anche il tasso di risposta inferiore).