Il metodo americano è proprio questo. Il business delle carceri è fiorente, produttivo e perfettamente utilizzabile.
La popolazione carceraria italiana è composta solo in minoranza da detenuti condannati per reati connessi alla mafia, quindi, se il problema sta nella loro capacità di corrompere e nel loro potere utilizzabile, eventualmente, per garantirsi migliori condizioni in cella, basterà continuare a detenerli nelle carceri pubbliche e lasciare i penitenziari privati a tutti gli altri criminali.
I lavori che svolgono i detenuti statunitensi sono proprio programmati all'interno di questo sistema.
Io credo che questa possa essere una soluzione al problema del sovraffollamento soprattutto perché, per le carceri come per qualunque altro settore pubblico italiano, le cause dei disservizi e delle inefficienze risiedono principalmente nella gestione statale incapace di punire, di assumere in maniera meritocratica, di ridurre gli sprechi ecc.

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