La Juventus è una società quotata in borsa.Originariamente inviato da bootzenn
rispondo solo su questo:
se tu società chiedi quella cifra stratosferica alla figc e per assurdo la figc (RIPETO ASSURDO) te la deve pagare, vuol dire che decreti la FINE del calcio italiano con la morte stessa della figc che certamente non ha e non può darti quella cifra stratosferica
1- la cifra è stratosferica apposta provocazione
2- se tu società chiedi la fine (morte) della federazione stessa dove stai giocando, vuol dire che non credi nella federazione e non credi nemmeno nel campionato stesso che stai giocando, infatti nel tuo bellissimo stadio scrivi quello che vuoi e il numero di scudetti che vuoi non rispettando certamente l'albo d'oro figc (anch'io in cameretta ho la coppa del mondo e dico di averla vinta io di persona) quindi vai in sfizzera e vinci tutti gli scudetti che vuoi![]()
La retrocessione in serie B è costata alla Juve, solo in termini di perdite di plusvalore per i suoi calciatori, quasi 100 miliardi di vecchie lire (Ibrahimovic, Vieria, Cannavaro, e non ricordo più quanti altri). Poi ci devi mettere i diritti televisivi. I mancati introiti per la Champions League. E il danno di immagine.
Direi che su per giù ci siamo.
Ora, se fosse stata retrocessa per aver DAVVERO alterato il campionato di quell'anno allora aveva poco di cui lamentarsi. Ma siccome è venuto fuori che NON l'ha affatto alterato... è ovvio che ora ci siano da calcolare i danni per le decisioni sbagliate prese a suo tempo da un organo giudicante che emise sentenza frettolosamente e con scarsa cognizione di causa.
Tra l'altro in quanto società per azioni quotata in borsa, è un'azione di citazione per danni che credo sia persino dovuta per legge. Cioè, se i rappresentanti legali non la intraprendessero sarebbero imputabili di negligenza nei confornti degli interessi della società e dei soci (ovvero anche degli investitori). Ma è giusto per dire quanto sia doverosa una richiesta danni alla luce dei fatti emersi.
Il problema è solo della FIGC comunque e non del calcio italiano, che infatti potrebbe tranquillamente continuare ad esistere federandosi presso una nuova entità.
Il punto è che al massimo doveva essere la FIGC a suo tempo a stare attenta a ciò che faceva, invece che decidere della sorte di una società per valori superiori a centinaia di milioni di euro con tanta leggerezza.