Sulla violenza fisica credo che non ci siano dubbi che quella maschile sia nettamente prevalente, supportata sia dalla maggior prestanza muscolare sia dalla maggior aggressività dovuta a naturali fattori ormonali.

L'altro tipo di violenza invece, quella a cui mi sembra che si riferisca l'articolo e che si configura più che altro in forma di diffamazione, teoricamente può esistere, ma sul fatto che esista realmente in forma gratuita e che sia addirittura alla pari di quella maschile nutro seri dubbi.

Sicuramente se una donna va in una stazione dei carabinieri e afferma che un uomo ha operato una qualche forma di violenza su di lei o su un'altra donna o su dei bambini, per quell'uomo si aprono tempi duri, tempi di indagini, di domande, di insinuazioni, di ludibrio se non addirittura di limitazione della libertà personale.

Se queste affermazioni si rivelano false tutto dovrebbe poi risolversi positivamente e con tante scuse (e con una denuncia d'ufficio per diffamazione contro la donna) ma si sa che la difficoltà di accertamento di certe situazioni, quando ad esempio sono coinvolti bambini molto piccoli, può portare ad un errato convincimento da parte del giudice e quindi ad un errore giudiziario.

E allora? Che c'è di strano? Gli errori giudiziari sono sempre esistiti ed esisteranno sempre ma da qui a dire che ci siano miliono di casi di false denunce (perché è questo l'ordine di grandezza della violenza maschile sulle donne in occidente nel corso di un anno e questo quindi dovrebbe essere l'ordine di grandezza delle false denunce per sostenere che le due forme di violenza siano alla pari) che si risolvono con milioni di errori giudiziari grazie ad avvocatesse "nazifemministe" mi sembra molto opinabile.