Sicuramente sono cose su cui ci staranno facendo i loro conti, ma resta il problema che continue variazioni brusche non sono un buon modo per far lavorare in maniera efficiente le centrali "normali". Ma soprattutto, questi lavori si possono fare se la tua dipendenza dalle fonti energetiche rinnovabili è su piccole percentuali dell'energia prodotta, se inizi ad andare su percentuali consistenti (a cui ad un certo punto bisognerà arrivare, dato che il petrolio ad un certo punto finirà) metti in mano il funzionamento della rete energetica a variazioni stocastiche a cui non si è in grado di compensare.Originariamente inviato da Nkosi
ok il tuo esempio funziona se su due centrali che funzionano al 50% nel chiudi una. Quella che rimane aperta lavora al 100% e non può variare. Ma se su 10 centrali ne chiudi due, hai comunque margini per rispondere ai picchi.
Sono calcoli del caxxo lo so, ma... più o meno... non hanno una logica?
Per darti un'idea del genere di variazioni, una simulazione di produzione energetica basata al 20% sull'eolico in Inghilterra dà questi risultati qui:
tutti quei gap sono roba a cui devi compensare rapidamente con fonti tradizionali, e i picchi verdi sono energia di troppo.