In linea di massima sarei più che d'accordo. Anche se alcune considerazioni sorgono spontanee:
1 - un impianto a 100 atmosfere non rischia di essere pericoloso? (in caso di incidente o di surriscaldamento imprevisto, per esempio). 100 atmosfere è una pressione pazzesca. E un bombolozzo a 100 atmosfere a 30 cm dall'abitacolo forse potrebbe essere poco sicuro (non so eh... è un ipotesi).
2 - penso che i produttori di condizionatori siano i primi a preferire gas "refrigeranti" quanto più economici possibile. Interesserà al produttore di R-134a, vendere quel gas. Ma la Mitsubishi, la Daikin, Samsung, Sony, General Eletric, Panasoinc, Sharp, (e potrei proseguire con decine e decine di marche in tutto il mondo) penso che dovendolo comprare (non tutte sono anche produttrici di quel tal gas), preferirebbero un gas più economico (le ricariche non sono di marca).
3 - che deriva dalla 2: può darsi quindi che il gas R-134a e altri suoi simili siano semplicemente più efficienti. Ovvero necessitino di procedimenti industriali più economici per essere implementati in un condizionatore (effettivamente impianti a 100 atmosfere penso sarebbero più costosi da realizzare), o di minor manutenzione o forse semplicemente rinfrescano di più e meglio.
Questo non per dire che una legge che imponga l'utilizzo di CO2 non sarebbe benvenuta, ma solo per cercare di capire perchè oggi si tendono ad usare altri tipi di gas e cosa comporterebbe l'utilizzo di un impianto a CO2, rispetto a R-134a per il cliente.
(volevo scrivere per l'utilizzatore finale, ma ormai ci hanno scippato anche queste due parole!)