Originariamente inviato da chumkiu
Secondo me è un problema più generale.
Chi può decidere quando la morte è o non è effettivamente un "atto di misericordia"?
La persona stessa e/o n equipe di medici e psicologi?
E una volta innescato il meccanismo della morte misericordiosa, chi riuscirà a porre un limite inferiore oltre il quale non è moralmente/legalmente concesso richiedere la propria morte?
Ciò che temo è che si cominci da casi eclatanti su cui potremmo anche essere d'accordo, e si finisca in casi sicuramente meno gravi (tipo amputazione di arti, o altre malattie sicuramente altamente debilitanti ma non impossibili da affrontare) se non addirittura in "semplici" problemi psicologici/psichiatrici.

Non lo so.

Ripeto, non parlo di questo caso specifico.. ma semplicemente al precedente che si può creare di volta in volta abbassando sempre di più l'evidenza o l'eclatanza del caso specifico.
questo tizio lo sta chiedendo lui nel pieno possesso delle sue facolta' mentali: capisco quel che vuoi dire e sono anche d'accordo che e' una china pericolosa, ma non provare nemmeno a imboccarla e' solo la scelta piu' semplice, non necessariamente - per come la vedo io - la piu' giusta

tra l'altro se fosse "solo" un problema di amputazione degli arti o problemi psicologici, il diretto interessato potrebbe provvedere in prima persona senza tanti clamori: e' palese che qui la questione e' appunto che l'interessato ha fisicamente bisogno degli altri per poter attuare il suo proposito, proprio a causa della sua disabilita' totalmente invalidante

@valia: non ho mica capito, intendi dire che sono i parenti che lo obbligano a rimanere in vita? o al contrario che lo vogliono morto per risparmiare? scusa, non ho proprio capito cosa intendi