Concordo, diverse lauree offrono pochi sbocchi. O meno di altre.

Tuttavia lauree apparentemente poco appetibili come quelle in Filosofia, possono comunque essere utili per lavorare in ambiti meno tecnici. Con quella laurea uno può mettersi a fare il giornalista, o trovare impiego con diverse mansioni creative all'interno di case editrici (cartecee o digitali, ovviamente) oppure lavorare in aziende nel reparto risorse umane (dopo ovviamente adeguata gavetta), etc. etc.

Di sbocchi in teoria ce ne sono per tutti. Molta differenza la fa l'esperienza che poi uno matura sul campo. Anche un ingegnere con poca esperienza (o con una laurea poco sudata, tipo 15 anni per arrivarci), può faticare a trovare un primo impiego decente. Soprattutto di questi tempi.

La Fornero vive in un mondo scollegato dalla realtà (il suo), e non si rende conto che il problema NON E' DEI GIOVANI, ma del sistema Italia.

Non ci sono garanzie, non ci sono tutele. E questo a cominciare dalle aziende, fino a scendere all'ultimo degli impiegati (ad ognuno, il suo).

E' chiaro che un posto dove nessuno si sogna di aprire nuove imprese, e dove gli stranieri che son venuti decenni fa, ora scappano (chiudendo le loro sedi), e dove gli stessi italiani, chiudono per trasferire le sedi all'estero, il problema non è rappresentato dai giovani schizzinosi...

MA DAL SISTEMA che è altamente OSTILE all'imprenditoria, all'impresa, al lavoratore e al riconoscimento dei diriti di ciascuno.

In Italia non è tutelato nessuno. Per esempio non è tutelato l'imprenditore dai cattivi pagatori, o dai dipendenti fannulloni. Non è tutelato il dipendente dall'imprenditore sfruttatore (contratti capestro consentiti e legalizzati) o dai raccomandati. Non è tutelato il finanziatore.... e così via.

In un ambiente del genere non può che scarseggiare il lavoro, la sua qualità e le possibilità di un impiego dignitoso (sia esso dipendente o autonomo).