Originariamente inviato da agiaco
Il movimento è una debuttante solo nelle elezioni politiche, in quanto ha già esordito, con risultati a volte clamorosi, alle elezioni amministrative.

Due mesi fa era attestato intorno al 20%, secondo partito dopo il PD; oggi, a causa del solito richiamo al voto utile, del successo delle primarie, della ridiscesa in campo di Berlusconi con alcuni slogan antieuro e delle polemiche interne è dato sul 12% con trend in discesa. Impossibile comunque fare previsioni.

Veniamo alle prospettive ed ai rischi. Il primo, praticamente certo perchè voluto, è quello dell'irrilevanza politica: prendesse anche il 25% il Movimento sarà all'opposizione.
Il che potrebbe non essere un male per un partito che schiererà solo esordienti senza alcuna esperienza politica (va ricordato che le regole delle primarie interne prevedevano che non potesse candidarsi chi fosse già stato eletto, ed attualmente in carica, negli enti locali; di fatto hanno potuto partecipare solo i candidati che non erano riusciti a farsi eleggere alle amministrative e chi non vi avesse neanche partecipato) e che quindi potrebbe, all'opposizione, apprendere i rudimenti delle strategie parlamentari.
Ovviamente avrà gli occhi puntati addosso per quanto riguarda alcune delle questioni che hanno costituito la base del suo consenso, in primis la gestione di fondi elettorali ed indennità parlamentari.
Più in generale, come rilevato già in passato per tanti movimenti, anche i 5 stelle sembrano scontare la figura del fondatore carismatico che, utilissimo nella prima fase per far conoscere finalità ed obiettivi del movimento, rischia di costituire un intralcio nella fase della crescita, quando si devono catturare anche i voti di coloro che non apprezzano l'identificazione tra partito e leader.

Lo sbarco in Parlamento segnerà sicuramente uno spartiacque per l'organizzazione interna; pur senza diventare partito, un sodalizio ormai strutturato nei massimi centri del potere dovrà darsi necessariamente delle regole statutarie interne che (con o senza strappi si vedrà) siano frutto di qualche consultazione assembleare e democratica, magari anche online, e che dovrà sostituire il decalogo redatto dal fondatore all'alba della storia del movimento. Sarà anche importante verificare come funzionerà la cinghia di trasmissione tra il movimento ed i gruppi parlamentari che, giova ricordarlo, a differenza dei partiti sono organi pubblici cui la Costituzione garantisce autonomia dai primi.

Complimenti per la chiarezza dialettica e l'equilibrio. Mi ricordi un po' il Bertinotti presidente della camera, che pur chiaramente schierato, riusciva ad essere sempre equilibrato.

Devo però rilevare un paio di picole inesattezze:

- L'ultimo sondaggio del TG La7 lo dava attorno al 16 in risalita grazie allo tsunami tour e non al 12 in discesa

- Se è sceso nei sondaggi non è tanto per i motivi che hai indicato ma soprattutto perché si è riposato qualche giorno dopo il massacrotour. L'elettorato, si sa, va tenuto sulla corda, se esci di scena piano piano perdi voti.

Ho invece apprezzato l'assenza di riferimenti alla, pur appurata, mancanza di democrazia interna. Forse è segno che ci si sta rendendo conto che è sostanzialmente ininfluente.