IL GIOCO NELLE MANI DELLA MAFIA. Francesco Corallo, patron di Bplus, è oggi agli arresti domiciliari in Italia dopo una lunga latitanza a Santo Domingo. Francesco ha un papà illustre, il boss di Cosa nostra Gaetano Corallo, condannato per aver fatto da tramite tra la cosca mafiosa dei Santapaola e il gioco d'azzardo in Lombardia: una famiglia specializzata quindi nelle scommesse sporche, e che dal governo Letta riceve ora una sorta di premio per queste sue attività: la Bplus deve allo Stato 845 milioni di euro, ma se la caverà con appena 211 milioni. E, soprattutto, Corallo potrà sbloccare la vendita della società alla spagnola Codere (già presente nelle slot italiane) o alla britannica Hbg, entrambe interessate a rilevare Bplus ma ferme in attesa del condono.
Il giochino che favorisce il figlio del boss, ai domiciliari per prestiti irregolari nel caso Bpm (società coinvolta nelle inchieste toscane su Protezione civile e appalti), è semplicissimo. Bplus si ripulirà del debito col fisco con appena 211 milioni e sarà quindi più appetibile per gli acquirenti, che la valutano attorno ai 500 milioni.
115 MILIONI NASCOSTI AL FISCO. Codere e Hbg a loro volta reperiranno il denaro necessario all'operazione in parte grazie ai regali di Enrico Letta e del ministro Saccomanni: gli spagnoli, che al Fisco italiano hanno nascosto 115 milioni di euro, se la caveranno con appena 28,7 di condono, mentre gli inglese pagheranno all'erario la miseria di 50 milioni di euro invece dei 200 dovuti.
La differenza andrà nelle tasche di Corallo, il quale alla fine della fiera avrà risparmiato un bel po' di milioni di tasse e venderà la sua creatura a chi avrà fatto cassa frodando il fisco italiano. Il tutto grazie al condono tombale di Letta e Saccomanni.
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Sono anche altri i beneficiari della benevolenza di Letta (la quale si tradurrà in pesanti tagli ai servizi per i cittadini). A partire dalla Cirsa (spagnola, che paga 30 milioni invece di 120): si tratta di una società amica del Pd italiano, il quale le ha affidato i banchetti della tombola durante alcune feste dell'Unità. Poi c'è la Gtech di Antonio Porsia, un faccendiere al quale la guardia di finanza ha sequestrato quest'anno beni mobili e immobili (in parte intestati a soci) per 14 milioni di euro, frutto di una “fuga” fiscale in Lussemburgo.
Porsia, specialista di queste situazioni borderline, pagherà appena 25 milioni contro i 100 dovuti dalla Gtech al Fisco.
UN RETICOLO DI SOCIETÀ CON SEDE IN SVIZZERA. Ancora, a godere del regalo di Enrico Letta saranno il gigante delle scommesse Sisal, che pagherà 61 milioni contro i 245 dovuti, la Gmatica (37 milioni contro 150), ben nascosta in un reticolo di società con sede in Svizzera, la Snai di Andrea Bonomi (azionista della Popolare di Milano), che dovrà versare 52 milioni invece di 210, e la Cogetech, sempre controllata dalla famiglia Bonomi, che si ripulirà versando solamente 63 milioni e spiccioli al posto del 250 dovuti secondo la Corte dei conti.
E, infine, tra i salvati c'è la Gamenet, controllata dal banchiere Vittorio Pignati, anch'esso vicino al Pd per essere stato consulente del cosiddetto “capitalista democratico” Roberto Colaninno (padre del parlamentare Matteo, Pd) quando quest'ultimo prese il controllo di Telecom Italia.