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  1. #3
    Per arricchire un minimo la panoramica, sempre restando alle generalità, molti linguaggi "verticali" o presunti tali sono costruiti in modo da essere particolarmente vicini al dominio del problema di un dato settore, dunque maggiormente familiari a ricercatori che abbiano in curriculum poca o nulla preparazione informatica. Fino a pochi anni fa, codesta era la normalità.

    Quando si parla di linguaggi di programmazione dal punto di vista scientifico, occorre e basta conoscere il teorema di Boehm-Jacopini sull'espressività dei linguaggi di programmazione. In teoria, quasi qualunque linguaggio di programmazione (purché rispetti i requisiti minimi sanciti dal noto teorema) è potenzialmente adatto ad eseguire qualsiasi algoritmo praticamente utilizzabile ed esprimibile in un qualsiasi formalismo Church-Turing equivalente. Il diavolo, però, è nei dettagli: al di là delle banalità (in quasi nessun linguaggio si può scrivere efficacemente un device driver o un modulo di kernel per un SO mainstream, tanto per limitarsi al più macroscopico e arcinoto esempio ex cathedra, da prima lezione introduttiva), l'ingegneria del software è tale e non è una scienza proprio perché contempla anche un fattore umano e sociale, come pure fattori economici ed altri aspetti secondari rispetto alla banale funzionalità.

    Ecco quindi che, in definitiva, taluni linguaggi risultano molto più adatti di altri a risolvere determinati problemi, per un complesso coacervo di fattori che mescola elementi eminentemente poco quantificabili (ad esempio la scarsissima propensione di taluni professionisti a prendere anche minimamente in considerazione certi linguaggi, o talune attitudini sviluppate in seno alla comunità dei teorici dei linguaggi di programmazione fin dagli anni Settanta del secolo scorso, eleganza del codice, robustezza, etc.), accanto a metriche asseverate (LOC, function points, McCabe, Halstead, costo complessivo di sviluppo e manutenzione, efficienza, eccetera).
    Ultima modifica di M.A.W. 1968; 17-06-2014 a 20:50
    • Un plauso a Grisha Perelman, raro esempio di genuino anticonformismo umano e scientifico.

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