Io non sono un fanatico dell'immigrazione, ma.
Ma.
Non discuto i dati di cui sopra, anche perchè credo che nel breve/medio periodo (i primi 15-20 anni) sia persino logico aspettarsi che l'equazione "se importi poveri, il Paese diventa più povero" sia vera e data per assodata. Almeno se ne "importi" un numero sufficientemente esagerato.
Il punto però è:
1. L'immigrazione in quanto tale non è necessariamente nè una sfiga, nè una risorsa. Dipende da come viene gestita. In che quantità, in che modo.
2. Nel breve/medio periodo una quantità esagerata di immigrazione povera, senz'altro crea problemi anche di carattere economico generale. Ma nel lungo, è altrettanto logico e automatico che invece (sempre se almeno fosse trattata in modo adeguato), rappresenterebbe una enorme risorsa (in particolare si parla della seconda generazione: i padri nullatenenti arrivano e si arrangiano come possono, i figli di solito studiano e si integrano, almeno nella maggior parte dei casi).
3. Occorre valutare le alternative: i flussi di massa non li puoi contenere. Se dalla Libia partono 500.000 persone, non le tieni. Non le contieni. E' una invasione de facto. O la si respinge a cannonate, facendo un massacro, oppure occorre allestire una strategia vincente per la gestione, in grado di trasformare un problema in una forza.
Inutile dire che allo stato attuale, l'Italia non sta facendo nulla di virtuoso, nulla di intelligente e nulla che possa anche solo lontanamente aiutare a cambiare una situazione di svantaggio in una di vantaggio. Ed ecco appunto che ci sono tutti i problemi di cui sopra. E che non solo non nego, ma che rilevo proprio come indicatore di una mala gestione.
Paragoniamo l'immigrazione ad un fiume in piena. Fermarlo è nella pratica impossibile. Se non lo si sa gestire travolge tutto e crea solo danni. E ci saranno tante persone pronte appunto (e giustamente!) a dire: "avete visto? altro che risorsa! tutta quest'acqua è una maledizione!". Al contrario, se la stessa quantità d'acqua la si incanala, si prepara il terreno per suddividerla in canali di irragazione, in corsi d'acqua che alimentano mulini e in condotte per centrali elettriche, ecco che lo stesso afflusso d'acqua diventa una risorsa inestimabile. E ci saranno altre persone che diranno "avete visto? l'acqua non è un problema... anzi, è una cosa molto utile se si sa cosa fare e come fare in modo che diventi utile per tutti".
Abbiamo l'esempio di altri Paesi che sono stati capaci di trasformare quel flusso da danno a risorsa. Si può fare, non è impossibile.
Certo è che noi attualmente (e in passato) non abbiamo fatto nulla di buono per gestire la cosa. Quindi è logico che per noi sia senza dubbio, attualmente, una grandissima sfiga.
Appurato ciò, la domanda più intelligente che ci si possa porre è:
la soluzione qual è?
1. Fargli la guerra e respingerli a cannonate?
2. Gestire il flusso in modo intelligente (anche rimpatriando per quel che si può, quando è giusto farlo) e preparare il terreno affinchè facciano meno danni e producano più vantaggi almeno nel medio periodo.
3. Lasciare che le cose vadano a caso, magari speculandoci su come la politica italiana ha fatto fino ad oggi.
Ma sparare a zero sull'immigrazione in quanto tale, è come sparare a zero sull'acqua in quanto tale. Le persone di per sè, proprio come l'acqua sono l'essenza stessa della vita, dell'economia, della ricchezza (senza persone non ci sarebbe produzione nè ricchezza, e più ce n'è, ben instradate e ben gestite, ben governate e più c'è ricchezza).
Tutto dipende da come si gestisce e da cosa se ne fa.