Centrale cablata in fibra (ma ormai lo sono tutte.. voglio sperare), installazione dei DSLAM (svariate migliaia di euro), configurazione dello stesso, indottrinamento dei tecnici per la configurazione/installazione/manutenzione di ADSL, valutazione del bacino di utenza servibile (in base alla distanza e alla tipologia di utenza telefonica).
Il vero "ostacolo" comunque e' questultimo punto, ossia la centrale predisposta per l'ADSL puo' servire un bacino di utenza piuttosto limitato (diciamo indicativamente in un raggio di 5Km attorno alla centrale), se la centrale e' periferica capirai quindi che tale bacino si ridurra' ulteriormente (tenendo presente che l'ADSL e' per abitazione, non individuale, e che ovviamente vanno considerate solo quelle utenze che potrebbero richiederla), quindi rientrare con i costi di installazione e di mantenimento per un'azienda A SCOPO DI LUCRO (perche' Telecom Italia non e' un ente beneficiario e nemmeno Babbo Natale) in alcuni casi, con la tecnologia attuale, potrebbe essere impossibile: spendere migliaia di euro per offrire ad esempio 10 ADSL, sembra brutto dirlo, ma non e' conveniente.... voi riuscireste a pagare 5 milioni d'affitto per il vostro negozio se ne fatturaste uno? Non credo... e cosi' non crede nemmno Telecom Italia.

La chiavi di svolta possono essere due:

- nuove tecnologie che abbattano drammaticamente i costi (wireless), oppure restando in ambito adsl: resa degli apparati piu' conveniente (allargamento del bacino di utenza, es: 10km/15km/20km).

- finanziamenti pubblici che "aiutino" le aziende telefoniche a poter sostenere ALMENO le spese li dove adesso non e' possibile sostenerle, incentrati sostanzialmente nell'evitare il gap digitale che ormai non divide il sud dal nord, ma la citta' industrializzata dalle aree rurali (argomento tanto caro, almeno su carta, al ministro Stanca).