Originariamente inviato da ruxia
Esatto, quelli del 187 sono + caserecci!!:gren: :gren:![]()
No, non è cosi'
anch'io la pensavo come Voi fino a che non ho letto la risposta che segue.
Pare che Tin.it sia destinata a scomparire
boh!
Risposta
Caro Pino,
grazie per l'e-mail. Hai ragione: Telecom Italia ha approfittato del fatto di essere il gestore della rete telefonica a cui sei abbonato, e quindi di essere a conoscenza dei tuoi dati di traffico Internet (e quindi del fatto di essere un potenziale buon cliente di Alice) e la linea Rete di Telecom Italia ha passato questi dati alla linea commerciale che ti ha proposto di abbonarti all'Adsl di Telecom Italia. Inoltre Tin.it compra le connessioni Adsl che poi rivende ai clienti proprio da Telecom Italia come fanno gli altri gestori.
Il problema è che Tin.it. che dovrebbe e potrebbe ricorrere all'Authority contro Telecom Italia per concorrenza sleale non lo farà, perché Tin.it appartiene a Seat-Pg che è di proprietà di Telecom Italia e anche dopo la scissione di Seat in due aziende (ed una, quella che si occupa degli elenchi telefonici, sarà presto venduta) le attività Internet rimarranno a Telecom Italia e, probabilmente, nel giro di 1-2 anni il marchio Tin.it sparirà e ci sarà solo Alice di Telecom Italia, che si potrà permettere maggiori economie di scala nella promozione e nell'assistenza. D'altra parte fino al 1998 era così: Alice non esisteva e Tin.it non era una società a sé stante ma la linea Internet di Telecom Italia.
Quindi si tratta di una concorrenza sleale "autorizzata e controllata" dallo stesso unico Gruppo, che danneggia principalmente i piccoli azionisti di Seat che non siano contemporaneamente azionisti di Telecom Italia. L'unica cosa che può fare un cliente è chiedere a Telecom Italia, in base alla legge sulla privacy, di non ricevere offerte pubblicitarie e di non passare i suoi dati a terzi(basta chiamare il 187 e chiederlo all'operatrice).
Certamente un altro gestore, Wind piuttosto che Fastweb potrebbe contestare questo passaggio di informazioni che nei loro confronti, invece, non avviene. Lo hanno già fatto in passato chiedendo che i dati sul traffico e sul passaggio di un cliente da un gestore all'altro non venissero comunicati dalla linea Rete di Telecom Italia alle linee commerciali, anzi avevano chiesto addirittura la separazione della Rete dalla Telecom commerciale.
L'Authority ha già censurato questo passaggio di informazioni come concorrenza sleale, ha chiesto che non avvenga più e ha multato Telecom Italia e potrebbe farlo ancora. E' possibile anche che Telecom Italia sia in futuro più accorta e, pur continuando a passare le informazioni, imponga ai suoi addetti di fare promozioni sui clienti in base ai dati ma senza far capire troppo chiaramente che il cliente è osservato e monitorato.
Il fatto poi che Telecom Italia conceda ai suoi clienti l'uso di una casella e-mail Tin.it (compresa negli abbonamenti Alice) che però non può essere la stessa casella e-mail Tin.it già utilizzata dal cliente è un'assurdità burocratica, che testimonia come le aziende quando devono fare i propri interessi sono molto flessibili (se non spregiudicate) ma lo sono molto meno se si tratta di agevolare un cliente che in questo caso avrebbe dovuto pagare un doppio abbonamento se non voleva perdere l'uso di un indirizzo e-mail, probabilmente, già molto conosciuto.
Pier Luigi Tolardo