Vittorio Paternostro:
nei siti specifici online si parla tanto di accessibilità, ma poi gli
stessi violano in pieno ogni regola da loro declamata o ogni loro buon
proposito...
Gianluca Troiani:
Non posso che essere d'accordo con il tuo sfogo, ed in effetti HTML.it
spesso commette "peccati" piuttosto gravi come la questione dei caratteri,
o (aggiungo) il fatto di presentare DHTMLche funziona *solo* su Internet
Explorer (dunque non serve a molto).
Bisogna però ammettere che HTML.it è un gigante che va bene, dunque non ha né
il coraggio né la possibilità di sperimentare (come ad esempio posso
permettermi io).
Vittorio Paternostro:
capisco che siti importanti e ultravisitati come www.tgcom.it o
www.repubblica.it se ne infischino di tale richiesta da parte di loro
utenti (richiesta senza risposta), ma .... l'apprezzatissimo da me e da
tanti HTML.IT, sito dedicato al web publishing, che mette un font fisso
(contro ogni loro stesse affermazioni su usabilità e webdesign!) e
piccolo [...] quando poi le loro lezioni sono piene di insegnamenti come:
http://www.html.it/elevata_accessibi...ibilita_26.htm
Gianluca Troiani:
Quella guida l'ha scritta michele diodati (che certamente conoscerai per i
suoi grossi meriti), un monumento che però nulla può fare per intervenire
sul codice del sito che pubblica la guida
Vittorio Paternostro:
inoltre: la guida ai CSS di html.it dove si depreca l'uso delle tabelle
è impaginata con le tabelle...
praticamente l'intero sito e sottodomini sono tali.
Gianluca Troiani:
Stesso discorso, "fai quel che dice il prete, non quel che fa il prete".
Forse il CMS che adottano per la redazione di HTML.it non permette loro
grossi, miglioramenti senza ingenti spese, o forse non hanno il minimo
interesse.
Vittorio Paternostro:
eppure questo sito di successo, che ora dichiara di fatturare oltre 2
miliardi di lire l'anno (soprattutto per i corsi?) ricordo che è partito
proprio da quella guida HTML, punto di riferimento mio oltre che (credo)
della maggior parte dei webdesigner italiani.
Gianluca Troiani:
Il problema è proprio questo. Se HTML.it va (molto) bene, i suoi
amministratori avranno il coraggio/bisogno/desiderio di migliorarlo?
Saluti