Fosse solo quello... ammesso che l'utente abbia realmente condiviso quei files, nessun tribunale italiano potrebbe prendere in considerazione come prova un log di parte (di parte perche', le uniche prove esistenti e cio' il suo IP con il nome del file, sono fornite dalla parte accusatoria e trattasi di un semplice testo). In poche parole pure l'amministratore di questo forum potrebbe prendere il mio IP e appiccicarci a fianco il nome di un file e scriverci che lo stavo condividendo con un programma p2p! (il provider NON conserva mica il log di tutto il mio traffico o di quello che c'e' sul mio HD).
Non solo, ammesso che in qualche modo sia dimostrabile che realmente quell'utente stava condividendo quel file, non vi e' alcuna prova che quel "nome file" contenesse realmente materiale protetto da copyright, cioe' io potrei condividere nome_film_famoso.avi e "dentro" metterci la mia prima comunione (!).
Trattasi quindi di prove assolutamente indiziarie e di accuse assolutamente infondate. L'unico modo per "incastrare" un "pirata" sarebbe quello di recarsi a casa sua e di sequestrargli il PC "sperando" che sull'HD ci sia effettivamente materiale pirata... ma per fare una cosa del genere c'e' bisogno di un mandato di un giudice o PM, mandato che non viene MAI concesso per ipotesi di reato cosi' blande (una "intercettazione", un mandato di perquisizione o sequestro, vengono concessi per accertare reati gravi e gravissimi, non per un film FORSE condiviso sulla rete p2p).
Quindi, concludendo, se in USA azioni del genere possono "funzionare", in Italia non potrebbero avere alcun risultato concreto.