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  1. #1

    particolari di interazione tra CSS e Js

    Ciao a tutti!!

    Ho una domanda a proposito dei Css e Js.
    Oggi mi sono trovato nella spiacevole situazione di dover cambiare la dimensione di un testo a seconda del browser utilizzato per aprire la pagina.

    questo è l'id del div dove c'è il testo da modificare...

    #cryptconn {position:absolute;margin:0px;padding:0px;letter-spacing:-1px;font-size:9px;width:107px;overflow:hidden;text-
    align:right;}

    Se il browser non è explorer devo mettere a 10px il testo e eliminare il letter-spacing (o settarlo a "normal").

    Ho provato a usare

    document.getElementById('cryptconn').style.letter-spacing='normal';

    ma niente da fare, mi da errore
    e lo stesso vale per
    document.getElementById('cryptconn').style.font-size=10+'px';


    Come posso fare?

    Grazie mille!!

    Ciaooo!!
    Lungo le due rive del fiume gelato si stendeva la cupa e tetra foresta di abeti, dai quali il vento aveva appena spazzato il manto di brina. Nella luce crepuscolare quegli abeti neri e sinistri sembravano inclinarsi l'uno verso l'altro. Un silenzio minaccioso incombeva sul paesaggio, privo di qualsiasi segno di vita o di movimento, e desolato e freddo al punto da non poter ispirare che un solo sentimento: quello della più triste malinconia. E nello stesso tempo pareva che da quel paesaggio trapelasse una specie di riso, un riso ben più spaventoso di qualsiasi malinconia o tristezza, un riso tragico, come quello di una sfinge, un riso agghiacciante più della brina e che rammendava l'incombere minaccioso dell'ineluttabile. Era la saggezza potente e impenetrabile dell'eternità che irrideva alla vita, alla sua futilità e agli sforzi degli uomini.

  2. #2
    è solo un piccolo errore di sintassi:
    in js gli attributi di stile si scrivono diversamente: document.getElementById('cryptconn').style.fontSiz e=10+'px'; document.getElementById('cryptconn').style.letterS pacing='normal';
    Ciao

  3. #3
    ah! ottimo!!
    Grazie mille!!

    Lungo le due rive del fiume gelato si stendeva la cupa e tetra foresta di abeti, dai quali il vento aveva appena spazzato il manto di brina. Nella luce crepuscolare quegli abeti neri e sinistri sembravano inclinarsi l'uno verso l'altro. Un silenzio minaccioso incombeva sul paesaggio, privo di qualsiasi segno di vita o di movimento, e desolato e freddo al punto da non poter ispirare che un solo sentimento: quello della più triste malinconia. E nello stesso tempo pareva che da quel paesaggio trapelasse una specie di riso, un riso ben più spaventoso di qualsiasi malinconia o tristezza, un riso tragico, come quello di una sfinge, un riso agghiacciante più della brina e che rammendava l'incombere minaccioso dell'ineluttabile. Era la saggezza potente e impenetrabile dell'eternità che irrideva alla vita, alla sua futilità e agli sforzi degli uomini.

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