Originariamente inviato da E.L.
Ok Shift da te posso accettare la correzione
Cmq il concetto è quello, non bisogna considerare quello che per l'uomo è attinente, ma quello che per google lo è.
Provo ad esprimere meglio il concetto:

Stiamo parlando di semantica lessicale , cioè del significato delle parole. In realtà il significato non sta solo nella parola ma anche nel contesto situazionale, nel contesto linguistico.

Il problema della semantica è che, occupandosi del significato, allarga il campo d’indagine a un’ampia gamma di questioni extralinguistiche.

Parliamo di lessemi intendendo le parole in quanto unità di sistema, come i fonemi e i morfemi.

Tra i lessemi si instaurano diversi tipi di relazioni; consideriamo in particolare quelle di tipo paradigmatico. Si hanno rapporti di omonimia e di polisemia quando due parole condividono il significante ma non il significato.

In particolare:

Polisemia: i vari significati di due vocaboli hanno in comune tratti minimi rilevanti.

Omonimia: la diversità semica è totale. Tradizionalmente, per stabilire se si tratti di un caso di omonimia o di polisemia si prende in considerazione l’etimo (cioè l’origine) della parola.

Sinonimia: due parole condividono il significato ma non il significante; entrano in gioco criteri concettuali (nozionali?) e testuali. Due sinonimi non sono in genere intercambiabili in qualsiasi contesto; di solito si tratta di sininimia denotativa associata ad opposizioni stilistiche, come padre/ papà, gatto/ micio (o geografiche à geosinonimi: forno/ panetteria, cicca/ gomma/ ??).

Iponimia: il significato di un lessema rientra nel significato più ampio e generico rappresentato da un altro lessema, la relazione è quella di inclusione semantica. Ad es.: albero, faggio, abete, larice (gli ultimi tre sono in rapporto di iponimia rispetto al primo, che è l’iperonimo).

Tra i rapporti oppositivi individuiamo casi diversi a seconda che esista un termine intermedio tra i due poli di una coppia, che esista cioè una graduabilità (corto/ lungo: ciò che non è corto non è necessariamente lungo), e si tratta in questo caso di un rapporto vero e proprio di antonimia , oppure no (presente/ assente: chi non è presente è necessariamente assente, in questo caso i lessemi si dicono complementari); infine, si parla di inversione quando due lessemi esprimono la stessa relazione semantica vista da due prospettive opposte.

Per riassumere:

Sinonimia
x = y

Iponimia
x è iponimo di y se tutti gli x sono y ma non tutti gli y sono x

Antonimia
x implica non y, ma non x non implica y

Complementarietà
x implica non y, non x implica y

Inversione
se A è nella relazione x con B, allora B è nella relazione y con A

(fonte: Università degli Studi del Piemonte)

Secondo voi, fino a che livello si spinge l'algoritmo di Google?