non ho letto la lettera e non mi interessa leggerla.[supersaibal]Originariamente inviato da l'evangelista
Al di là delle solite considerazioni sulla morte di Simone Cola in Iraq, di cui si è parlato nel 3D apposito, cosa ne pensate della lettera alla moglie apparsa ieri sulla prima di Liberazione?
http://www.liberazione.it/giornale/050126/pezzo1.asp
Lisa Clark ha espresso il suo dolore "per la morte di un giovane uomo", ma non è potuta rimanere in silenzio pensando a chi al funerale si è permesso di chiamare Simone "un costruttore di pace".
"Perché, cara Alessandra, per me è impossibile chiamare il compito che svolgeva il tuo Simone in Iraq "costruzione di pace".".
Cosa pensate di questo atteggiamento? Preferite le parole di circostanza del Papa o dell'ordinario militare al funerale, o la sincerità di Lisa? Oppure pensate che certe considerazioni, per quanto giuste, siano fuori luogo in certi momenti? [/supersaibal]
Quello che penso e' che ci sara' sempre chi va in queste missioni perche' ci crede e chi li chiamera' assassini.
Ma tutto questo non conta alla fine.
Contrordine: ho letto la lettera. Tutto quello che dice ha un senso, ma resta il dato di fatto che organizzazioni di pace, volontari e via discorrendo da soli non ce la faranno mai. Bello, nobile, certamente portatore di un certo sollievo immediato alle popolazioni ma di fatto inutile pe cambiare lo stato delle cose.

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