Facciamo un esempio extra-semplice. Prendiamo il bigliettino amoroso affrontato in questo articolo:
- www.mibmagazine.it/article.php?id=51
Nella vecchia mentalità, un designer che avesse voluto pubblicare il bigliettino cartaceo in una pagina web avrebbe molto probabilmente creato una cosa del genere (mi scuso se commetto errori di codice e vi prego di correggermi):
codice:
<table>
<tr>
<td>
Da Romeo a Giulietta
Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte</p>
</td>
</tr>
</table>
Funziona! Ma c'è un problema: abbiamo tradotto pessimamente il documento. Un umano capisce di cosa si tratta, ma una macchina no: in prospettiva di un web futuro in cui le macchine saranno deputate alla ricerca delle informazioni questo è ovviamente la rovina.
Con la nuova mentalità, il documento si potrebbe tradurre così:
codice:
<div id="biglietto">
<div id="info">
Da <span id="mittente">Romeo</span> a <span id="destinatiario">Giulietta</span>
</div>
<p id="messaggio">Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte.</p>
</div>
Insomma, abbiamo dato un significato a quello che abbiamo scritto, un significato che può essere interpretato da una macchina.
La resa grafica poi è tutto un altro discorso, in quanto con i fogli di stile è TOTALMENTE gestibile. Il vero punto su cui concentrarsi - che è poi la vera potenzialità dei linguaggi di markup - è la corretta traduzione in documenti per il web, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione.
Scrivere pagine solo con le tabelle è come partecipare ad un open di golf con solo il putter: si può fare, ma tutti gli strumenti appropriati e disponibili vengono ignorati, e i risultati ve li lascio immaginare.
Forza e coraggio: qui si tratta di diventare persone meno superficiali e più attente. Evviva il www!