Ho contattato la signora Micaela, presidente del comitato "sopravvissuti del Vajont".
Il cimitero doveva essere oggetto di un'opera di pulitura e rinnovo. Il problema è che l'architetto a cui è stato commissionato il lavoro è intervenuto in maniera pesante sconvolgendo l'intero cimitero.
I familiari delle vittime sono rimasti sconcertati e delusi da un cimitero senza tombe nè fiori, ma cippi uguali per tutti (le cui scritte, bianco su bianco, non sono facilmente riconoscibili -considerato che il disastro è del 1963 e molta gente che si recava al cimitero era anziana).
Inoltre sono stati aggiunti defunti ritrovati nel corso degli anni, con il risultato che ovviamente le posizioni dei cippi non corrispondono al luogo di sepoltura originale.
Un brutto colpo al cuore per i sopravvissuti che ormai non riescono più a riconoscere nel cimitero un luogo di memoria.
Oltre al danno, la beffa. Esiste ancora, in quel cimitero, una lapide. E' quella del vescovo Muccin, lasciata intatta, come se lui avesse diritto ad una sepoltura più dignitosa e gli altri no.
Per inciso, Muccin non morì nel disastro, era solo vescovo di Belluno in quegli anni.