avevo poco più di sei ani, e guardavo mio padre che armeggiava col suo super impianto hi-fi. Le casse erano alte più di me, e l'austerità che si respirava in quella stanza, era accentuata dalla grande libreria che conteneva dischi e cofanetti di musica classica.rigorosamente ordinati per autore. Quel giorno invece la sua mano si spostò un po' più in là, dove c'era la trasgressione, la musica leggera. sfilò due dischi, uno togliendolo del tutto e l'altro lasciandolo a metà, perchè così restava il segno del posto.
Estraeva prima l'involucro bianco, con il cerchio trasparente, e poi infine il disco, con una leggerezza degna di un chirurgo, senza appoggiarci le dita sopra.
Poi alzava il coperchio del Fono, perchè gli audiofili non lo chiamano giradischi, loro hanno un altro mondo, e lo poggiava lentamente. Aspettava che terminassero le vibrazioni e poi poggiava il peso al centro del disco, ed infine azione il giradischi.Con una spazzolina legera toglieva quel microorganismo di polvere che lui diceva essewrci, ma che io mai, neanche col microscopio, avevo rinvenuto su i suoi dischi.
Infine la testina, che si spostava da sola , e iniziava il fruscio. Era una domenica, perchè solo la domenica si concedevca quel vizio, gli altri giorni, sabato compreso lavorava. Erano quasi sempre le 10, ora in cui si poteva far casino, ora in cui era ancora freesco d'estate.
Partiva la musica e già dalle prime note piangevo, la morte per un bambino è sempre una cosa strana, un po' ti strazia, specie se hai perso qualcuno di caro, quando ancora il resto del mondo non ha il coraggio di dirti cosa è successo.
Le lamiere contorte restano la frase che più colpisce, e mi immagino un mondo di caos e dominato dalle auto, dove tanti muiono giornalmente. Chissà forse ero veggente.
poi scorrono le canzoni, e Marco Polo diventa quasi un eroe, il ganja un mito, e fantastico su cosa sia il broccato.
Infine lei con quel costume amaranto, che quasi chiude il mio ascolto, perchè a sei anni delle osterie di fuori porta, non nutrivo molto interesse.
E tutte le domeniche ero li, fra la via aemilia e il west...