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IL PASTICCIACCIO BRUTTO DI CASINI di VITTORIO FELTRI
Piano piano adesso ci arrivano tutti, anche gli intelligentoni, i professoroni, quelli che camminando lasciano cadere a terra qualche preziosa parola in modo che i comuni mortali ne siano folgorati. Sissignori. I grandi editorialisti e politologi sono "entrati su", come dicono i lombardi affezionati all'idioma dell'infanzia: l'Udc è in svendita promozionale; chi offre di più ne porta a casa un bel pezzo. Tanto al chilo e via andare. Ci voleva tanto a capirlo? I nostri lettori lo sanno perché ce lo siamo detti mille volte. Cominciammo oltre un anno fa, quando Follini attaccò con le richieste ermetiche e stravaganti a Berlusconi sconfitto alle europee. Qui bisogna reagire, mutare indirizzo, serve un segno di discontinuità. Parole parole parole. La gente si chiedeva: cosa pretende 'sto benedetto uomo. Lasciava intendere, il segretario, di essere scontento e di ambire: però non lo rivelava chiaramente. Si esprimeva alla democristiana, veleno e vaselina. Da ex ragazzacci pratici, assai pratici, sospettammo che battesse la sella del Cavaliere per comunicare con gli asini di sinistra. E gli asini di sinistra, dài oggi dài domani, hanno decifrato il messaggio. L'Udc è disponibile. A che? A tutto in cambio di qualcosina. In altri termini, ai primi segnali di crisi nel centrodestra, Casini ha avuto un attacco di tremarella. Di questo passo, perderemo le elezioni e io torno ad essere ciò che ero: un peone. Non sia mai. Piuttosto mi predispongo a passare dall'altra parte. Come? Iniziamo a fare casino in maniera che i progressisti seguano con attenzione l'Udc e la corteggino. Calcolo giusto. continua...

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