Effettivamente chi risponde solo per dire "non posso risponderti", ipotizzando anche gli altri come indisponibili, potrebbe fare a meno di intervenire perché in quel modo si calpestano i sentimenti di chi immagina altrui comprensione/affidamento e invece ne resta deluso.

Ammiro invece la sintesi di Umanista perché coincide con le mie stesse convizioni. Aggiungerò solo qualcosa.

Sì, succede quasi sempre così: "gli amici sono sempre quelli che portano i nostri figli sulla cattiva strada". Gran parte dei genitori, purtroppo, non ha il coraggio di ammettere i propri errori e puntualmente tende ad addossare le colpe ai figli degli altri, senza accorgersi che, in tal modo, danno clamorosamente del deficiente al proprio figlio (se i miei genitori pensano che io mi lasci influenzare dagli amici vuol dire che non hanno fiducia in me e quindi, per loro, sono un cretino).

Bene, anzi, male, il genitore che si comporta in quel modo è una minaccia continua, nonché una macchina sempre attiva per il peggioramento della sfera psico-emotiva del figlio che, in fondo, si sente dire una bugia che lo consola ma in concomitanza di una tristissima dichiarazione di sfiducia da parte dei genitori. Quindi i figli si afferrano all'illusione di non avere responsabilità ma soffrono come cani perché sanno che non è così. Da questa accoppiata "genitori pirla che massacrano il figlio con dosi letali di sfiducia" ne risulta una famiglia di ipocriti che non sa cosa sia il vivere in modo sano.

Quando il tuo amico ti ha chiamato, secondo me, aveva l'intenzione di lanciare un urlo di dolore, spiegandoti che i suoi genitori non volevano più che tu lo frequentassi ma poi si è messo sul vago perché non ha avuto il coraggio di ferirti ingiustamente (lui sa bene che tu non sei quello che decantano i suoi genitori). Non ti ha più telefonato perché ha capito che era meglio non dirti più niente piuttosto che farti del male ingiustamente. Fra amici è così, si arriva fino a picchiarsi se la questione è "a due" ma ci si protegge a vicenda quando il problema proviene dall'esterno (in questo caso dai suoi genitori-bambini, ipocriti e carcerieri della psicologia del loro figlio).

Se lui (speriamo di no), ha davvero problemi con l'alcol, stai sicuro che se ne uscirà (non è facile come si crede), si farà avanti con un sorrisone e una voglia matta di abbracciarti, altro che telefono. Se invece resterà malato (l'alcolismo è una malattia), allora saprai che una coppia di genitori stronzi ha costruito un figlio alcolista cronico e ha distrutto, a causa della sua meschinità, anche una bella amicizia.