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  1. #1

    Approfondimento sui marcatori <dfn> e <var>

    L'altro giorno stavo leggendo un documento nella sezione Style del sito del W3C; nel documento si spiega in generale come si è deciso di strutturare, dal punto di vista del markup, le specifiche ufficiali di CSS nel corso degli anni:

    - www.w3.org/Style/spec-mark-up

    Non l'ho trovato molto interessante , in compenso, però, ho diradato un po' di nebbia sul significato di marcatori poco usati come <dfn> e <var>. Volevo qui proporvi la mia interpretazione, aspettando vostri ulteriori suggerimenti o pareri:
    • <dfn> significa definizione e serve appunto a marcare la parola che si sta definendo nella frase. Un esempio:
      codice:
      
      
         La <dfn>mela</dfn> è un frutto che può assumere
         diversi colori, tra cui il rosso, il verde e il giallo.
      </p>
      Tralasciando la scientificità della definizione , nel caso in cui, ad esempio, dovessimo costruire un indice analitico per il documento in questione, il marcatore <dfn> ci può tornar utile.
    • <var> serve a marcare un valore variabile. Riferendomi subito al documento linkato, tale marcatore può essere usato in casi come il seguente:
      codice:
      
      
         Il valore attribuibile alla proprietà
         <code>background-image</code> è
         di tipo <var><uri></var>.
      </p>

    Che ne dite?

  2. #2
    Utente di HTML.it
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    Questa informazione e` utile, ma sarebbe meglio se fosse anche corredata di esempi sull'uso successivo cui accenni.

    Domande specifiche (se hai capito come fare):
    1. Supponendo di avere realizzato una pagina (o anche un sito?) con tanti <dfn>, come si fa a fare un indice analitico? Serve JS/XML o si puo` fare con solo i CSS?

    2. Idem per i <var>: come posso fare a sostituire il pezzo variabile? Devo usare JS o c'e` un marcatore/proprieta` CSS?

    Grazie.
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  3. #3
    Bè, iniziando da un valore variabile, il contenuto di var non deve assumere un valore specifico. Fai conto di rispondere ad una persona che qui sul forum ti chiede come impostare la larghezza di un div; scriverai qualcosa come width:xxx o width:valore. Bene. Pensando di scrivere ciò in un ipertesto marcato con HTML, avremo:
    codice:
    width: <var>valore</var>
    Chiaro il concetto?


    Passando al primo quesito, quello più affascinante e sfizioso, direi che il modo migliore per generare un indice analitico sia sfruttando il DOM ed ECMAscript. Non essendo un esperto in materia posso farvi vedere, ad esempio, come si potrebbe generare un elenco di tutti i link presenti in un documento da porre a fondo pagina in fase di stampa, facendo comparire un numeretto univoco per collegare il link nel testo nel relativo URL posto nelle note a piè pagina:

    - www.alistapart.com/articles/improvingprint

    Magari, sfruttando lo stesso principio...

  4. #4
    1. Supponendo di avere realizzato una pagina (o anche un sito?) con tanti <dfn>, come si fa a fare un indice analitico?
    potrebbe essere qualcosa del tipo:
    var mieiDFN = document.getElementsByTagName("dfn");

    Ciao!
    Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)

  5. #5
    Originariamente inviato da webus
    potrebbe essere qualcosa del tipo:
    var mieiDFN = document.getElementsByTagName("dfn");

    Ciao!
    Sì, esatto: componendo un po' di istruzioni DOM credo si riesca a realizzare un bell'indice analitico, con tanto di rimandi, in modo automatico. Si potrebbe prendere spunto dall'articolo di ALA.

    Andrea P?!?

  6. #6
    Originariamente inviato da pierofix
    Sì, esatto: componendo un po' di istruzioni DOM credo si riesca a realizzare un bell'indice analitico, con tanto di rimandi, in modo automatico. Si potrebbe prendere spunto dall'articolo di ALA.

    Andrea P?!?
    mmm ora non ho tempo... stasera forse...

  7. #7
    c'è un tipo particolare di marcatori
    http://www.w3schools.com/tags/tag_phrase_elements.asp
    di cui fanno parte sia dfn che var

    non aspettatevi chissà che... come al solito servono solo a strutturare il più possibile le nostre pagine

    e certo volendo si usano nel DHTML...

    ma io sconsiglio applicazioni lato client troppo complesse: basta che uno abbia disabilitato js e si perde tutto...

    piuttosto penserei ad una buona programmazione lato server per creare un indice analitico (oltre a dizionari controllati e quant'altro...)


  8. #8
    <dfn> significa definizione e serve appunto a marcare la parola che si sta definendo nella frase. Un esempio:


    code:





    La <dfn>mela</dfn> è un frutto che può assumere
    diversi colori, tra cui il rosso, il verde e il giallo.
    </p>

    Tralasciando la scientificità della definizione , nel caso in cui, ad esempio, dovessimo costruire un indice analitico per il documento in questione, il marcatore <dfn> ci può tornar utile.
    A livello di semantica umana è un marcatore a mio avviso inutile, dato che un termine come mela è autoesplicativo (e non vado oltre sennò scadiamo nella filosofia). Il referente esterno è chiaramente riconducibile ad un solo oggetto, ed in più il contesto nel quale viene posto contribuisce già alla sua spiegazione. Forse l'utilità sta nel poterlo trattare in maniera diversa a livello sintattico, sia per i CSS che per l'XHTML, ed in questo è utile. Tuttavia mi chiedo: una frase come "Internet Explorer è un browser" ha davvero bisogno di un tag aggiuntivo, visto che qui si sfiora l'autoreferenzialità?

  9. #9
    Utente di HTML.it
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    Originariamente inviato da thomas_anderson
    A livello di semantica umana è un marcatore a mio avviso inutile, dato che un termine come mela è autoesplicativo (e non vado oltre sennò scadiamo nella filosofia). Il referente esterno è chiaramente riconducibile ad un solo oggetto, ed in più il contesto nel quale viene posto contribuisce già alla sua spiegazione. Forse l'utilità sta nel poterlo trattare in maniera diversa a livello sintattico, sia per i CSS che per l'XHTML, ed in questo è utile. Tuttavia mi chiedo: una frase come "Internet Explorer è un browser" ha davvero bisogno di un tag aggiuntivo, visto che qui si sfiora l'autoreferenzialità?
    Non sono molto d'accordo sul concetto di sintassi e di semantica che appare da questo pezzo, ma il concetto e` corretto.

    In realta` proprio di semantica si tratta, non semantica umana, ma semantica dei computer, che in molti casi ha necessita` di marcatori per cose che per un umano sono implicite.
    Chiaramente questo ti permette anche di marcare in modo diverso la definizione (hai necessita` di un marcatore semantico per distinguere la definizione dal resto del testo).

    Ma si puo` andare oltre: proprio la frase "Internet Explorer è un browser", un umano la percepisce come definizione; un computer invece, per poterla ritrovare ha necessita` di un tag particolare.

    Esempio (stupido): devi fare una ricerca nella rete estraendo tutte le pagine dove viene definito cosa e` "Internet".
    Non puoi fare una ricerca per parole (che e` quello che fanno i vari google ad oggi), perche` troveresti tutte le pagine anche dove e` definito cosa e` internet explorer, e anche tutte le pagine con frasi del tipo "Una ricerca in internet ha permesso di escludere ..." (cose che evidentemente non ti interessano).
    Se avessi tutte le definizioni inserite in un tag particolare, potresti fare la ricerca per tutte le pagine che contengono <dfn>internet</dfn> (con o senza spazi all'interno, ma senza altri caratteri).

    Non so se ho reso il concetto.
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  10. #10
    Originariamente inviato da Mich_
    Se avessi tutte le definizioni inserite in un tag particolare, potresti fare la ricerca per tutte le pagine che contengono <dfn>internet</dfn> (con o senza spazi all'interno, ma senza altri caratteri).
    Mi intrometto proprio per fare una domanda a Gabriele (Thomas A.).

    Hai presente quel servizio di Google che trova la definizione di una parola? Se digiti qualcosa come define:internet ti compare una serie di definizioni disponibili.

    Ecco - e mi rivolgo a chiunque sappia rispondere - non è che per caso si sfrutta proprio il marcatore dfn?

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