[supersaibal]Originariamente inviato da D56
alle persone non è indispensabile un lavoro, bensì un reddito per poter vivere in modo decoroso


il lavoro costante ed uguale per tutta la vita è impossibile, visto che l'economia funziona solo con il lavoro flessibile

allora il reddito va redistribuito fra i cittadini non attraverso il compenso da lavoro, ma attraverso altre forme, come ad esempio un reddito minimo sociale garantito



una nazione si fonda su un patto sociale collettivo condiviso, per cui si adempie a dei doveri in cambio di diritti

e fra i diritti reputo assolutamente ineliminabile quello ad una vita dignitosa

non è questione di destra o di sinistra, è questione di buon senso

la politica, in fondo, ha un solo scopo: mantenere equilibrio fra i diritti del singolo e quelli collettivi, questo è ben chiaro fin dall'ottima costituzione francese del 1789 [/supersaibal]
e se io ti garantisco un reddito minimo che ti permette di vivere dignitosamente, perchè dovresti andare a lavorare?
Preferisco la garanzia di servizi minimi dignitosi (a patto evidentemente di definire "dignitoso"), piu che un reddito minimo.
Ed il reddito minimo, se garantito, dovrebbe andare legato alla ricerca di un lavoro: ti mantengo per un tot di tempo se peró fai corsi di aggiornamento, di riciclaggio professionale, di lingue (ovviamente gratuiti perchè sovvenzionati dallo Stato).
É uno Stato che ha il dovere di aiutare i suoi cittadini a superare situazioni di difficoltá.
Pero il discorso è che l'obbiettivo non deve essere quello di sostenere a tempo indeterminato il cittadino, ma quello di promuovere il suo inserimento nel mondo del lavoro.
Il che significa che ci deve essere anche un momento in cui bisogna poter dire basta.