un velo maschera i tuoi occhi rendendoli immuni ai colori, alle cose belle che ti circondano, il tuo specchio si rifiuta di riflettere un'immagine così patetica e si limita a mostrare stralci di lineamenti su di un viso tratto verso il cielo, come un indole di sfida.
il cibo non ti appaga, l'aria appesantisce i tuoi polmoni come zavorra, e il loro movimento vitale minaccia di fermarsi ogni volta che apri gli occhi.
il sole se ne và, poi torna, come nulla fosse successo, forse perchè in fondo non è successo nulla.
e allora cos'è? da dove viene quel sapore sul palato che la lingua cerca invano di evitare, da che pulpito è nata l'inerzia che rallenta il sangue nelle vene?
senti il cuore battere stanco, a fatica, come se pure lui fosse intento a chiedere una tregua, di tanti abissi che ha passato ora non può che riposare, ogni palpito echeggia in un torace ormai vuoto.
e la mente? lei non si cura d questo, ancora ne cerca il motivo, consumandosi tentando di fuggire dall'intreccio di filo spinato che sono le tue domande.
chiudi gli occhi, vedi gocce di sangue colare dalle tue ferite, e baciando il suolo emettono un suono a te familiare, come l'eco di un pianto lontano...ma non sei ferito e non stai sanguinando, non al di fuori almeno...