L'opensource fa a cazzotti con l'attuale politica commerciale, quindi seppur ricolmo di buoni propositi, e' costretto a confrontarsi con la realta' del mercato. Oggi cio' che ha valore economico e' l'idea e la ricerca che c'e' dietro, e' inevitabile quindi che rendere di pubblico dominio una "nuova soluzione" avvantaggi enormemente il progresso, ma allo stesso e' come tirarsi la zappa sui piedi perche' nel momento in cui condividi "gratis" il tuo lavoro con altri, quello stesso lavoro perde di "valore".
L'open-source e' utilissimo nel campo della ricerca e dello sviluppo, ma non applicabile come modello commerciare, quindi se dietro all'open-source non ci sono soggetti che rimpilzano le casse, lo stesso cessa di esistere, perche' con tutta la buona volonta' di questo mondo e la passione, purtroppo non si raggiungono grossi traguardi senza (tanto) denaro.
L'open-source campa di sovvenzioni, soldi che arrivano da societa' con politiche squisitamente commerciali, che "pompano" denaro per fini meno nobili dell'ideale "open-sourciaro".

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