[supersaibal]Originariamente inviato da figaro
La sequenza iniziale e finale, una dissolvenza incrociata di luci di città, come tante anime erranti nel buio universo urbano, costituiscono la rassegnata metafora evocativa dello scontro di molteplici solitudini. Semplici solitudini, solitudini culturali, solitudini razziali, solitudini amorose, solitudini di potere;
con le piccole violenze e le sopraffazioni quotidiane a limitarne il confine, a erodere la tolleranza, a mortificarne la dignità. Un piccolo male che non uccide, ma che stravolge e avvelena le esistenze. E' per questo che nessuno dei personaggi è cattivo o buono in senso assoluto, come capita con i modelli correnti che vogliono contorni a tratti netti.

Sono rimasto un po' deluso, lo dico francamente. Non che il film sia brutto, questo no. E' che è tutto un po' già visto, sentito, intuito. Anche il montaggio a rapidi episodi. Mi sembrava "21 grammi", per la collisioni esistenziali o "magnolia", o ancora, andando più indietro, "america oggi". Il tutto risulta meno incisivo del solito, forse perché siamo abituati a certe storie, forse perché le viviamo più spesso che sullo schermo. [/supersaibal]
Ne avevo già visto un pezzetto e ho avuto finalmente l'occasione di vederlo intero.
Direi che concordo con ciò che hai scritto e che hai ben sintetizzato nel tuo paragrafo iniziale.
Tuttavia il film impressiona, impressionano quelle tante persone sole in mezzo a milioni di persone, probabilmente sole come loro. Fa riflettere sul mai risolto problema razziale. E coinvolge anche, probabilmente grazie alla indovinata colonna sonora e alla tensione emotiva di alcune scene ...
Sono d'accordo che i paragoni con i film che hai citato ci stanno tutti, e che il film in sè dice poco di nuovo...
Però questo film una visione la merita...anche se avergli attribuito addirittura l'Oscar come miglior film mi sembra eccessivo...