Montezemolo: «Autonomi grandi evasori»
Il presidente accusa: «Il 40% dice di guadagnare meno di un metalmeccanico»
LA crescita c'è ma non basta: occorre risanare i conti pubblici con una manovra finanziaria correttiva e in particolare con la lotta all'evasione fiscale nel settore degli autonomi, «dove il 40% dichiara redditi pari alla metà di quelli di un metalmeccanico». Questo, favorendo la crescita «con una riduzione generalizzata del cuneo fiscale». Così Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria, dal palco dell'assemblea annuale di Assolombarda, a cui, oltre alla presidente Diana Bracco, hanno partecipato il sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta e il ministro dello sviluppo economico Pierluigi Bersani. Montezemolo è tornato a parlare di conti pubblici, sottolineato come nel 2006 la crescita se supererà l'1% sarà solo grazie all'export, ma ha lanciato un secco appello per la lotta all'evasione fiscale, rispondendo così a distanza a una precedente battuta del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che se l'era presa con i «grandi gruppi», rei, appunto di avere le strade per evadere il fisco. «È davvero inaccettabile - ha tuonato il presidente degli industriali - il fatto che oltre il 40% dei lavoratori autonomi dichiari addirittura redditi che sono pari alla metà della retribuzione di un metalmeccanico». Secondo Montezemolo «l'agenzia delle entrate stima una crescita dell'evasione pari a più del 6% negli ultimi anni, per una mancata denuncia complessiva di circa 200 miliardi di euro per ogni esercizio. Praticamente - ha scandito - il 15% del pil». Come agire? Innanzitutto sul fronte dei conti pubblici, dove «l'avanzo primario è ormai ridotto al lumicino», e «il rapporto tra debito pubblico e ricchezza prodotta è peggiore di quanto si temesse». Conseguenza, secondo Montezemolo, «occorre una manovra correttiva ormai inevitabile nelle prossime settimane». Nel contempo, va coniugato il rigore con lo sviluppo, pensando alla competitività delle imprese: bene, quindi, il taglio al cuneo fiscale che deve essere generalizzato, di cui devono beneficiare i lavoratori ma sin particolare le imprese. E che «non può essere indirizzato in modo selettivo, discriminando tra azienda e azienda di uno stesso settore».

martedì 20 giugno 2006