Originariamente inviato da BubuKing

La sensibilità cambia registro, con gli anni?
Naturalmente, direi...
Si cresce, si matura, si conosce, si fa esperienza, si affina il gusto...
Potrei citare molti esempi ma mi limito a uno solo: "Il pendolo di Foucault" noto romanzo di Umberto Eco.
Lo lessi nell'89, dato che fu in quell'anno che me lo regalarono.
Lo trovai in taluni punti ostico, in altri prolisso, ricordo persino che persi il filo perchè nel romanzo Eco inserisce diversi piani biografici dei protagonisti ed ero arrivato al punto che non mi ci ritrovavo...
Ma nel complesso, anche se lo terminai a fatica, mi piacque, mi stimolò ad approfondire alcuni dei miti esoterici cui si accennava, e soprattutto lo trovai, allora, di spaventosa attualità per un fatto che stava accadendo in Italia in quel periodo.
Fininvest stava acquisendo la Mondadori e tentando di inglobare l'intero gruppo Espresso nell'acquisizione. Sulla stampa di allora era tutto un fiorire di congetture sui poteri forti alle spalle dell'operazione, sui retroscena politici, sulle manovre occulte che andavano ben oltre le dichiarazioni ufficiali degli interessati, Fininvest da un lato e il gruppo De Benedetti dall'altro.
Come ben sappiamo oggi, parte di quei fatti è sfociato poi in alcuni clamorosi processi (Lodo Mondadori e altri) dove è emerso che i giornali avevano avuto buon naso a fiutare "il marcio in Danimarca" che ne era alla base.
Il romanzo di Eco, che trattava diffusamente di poteri occulti, di grandi manovratori, di disegni superiori, di "Piani" misteriosi ben si prestava ad adattarsi a quel clima di sotterfugio che un attento lettore del romanzo aveva sotto gli occhi nella cronaca di ogni giorno.
Fu, credo, soprattutto questa la molla che mi spinse a darne un giudizio positivo, al di là delle difficoltà di lettura cui ho accennato.

Dopo molti anni da quel 1989, e proprio in questi giorni, l'ho estratto dallo scaffale, ne ho soffiato via la polvere, ho sfogliato le pagine un po' ingiallite trovandovi in mezzo due vecchie cartoline, e, con calma, lo sto rileggendo (e qui mi riallaccio al thread, altrimenti perdete il filo pure voi ).

Beh, lo trovo totalmente diverso.
Scorrevole, grondante sarcasmo e umorismo a ogni pagina, colto in modo raffinato ma sempre giocando a prendersi in giro, sentimentale senza rimpianti e attualissimo nell'aver anticipato tutto quel fiorire di ridicola letteratura esoterica che è comparsa in libreria dagli anni '90 in avanti, e che continua ad appestare gli scaffali con piramidi, civiltà ante-preistoriche, miti atlantici, templari, celti, sacri graal e che ha raggiunto l'acme con il boom del "Codice da Vinci" e con gli infiniti cloni di quest'ultimo...
Il romanzo di Eco insomma mi appare, oggi, un altro libro, un divertente ed ironico precursore di quest'epoca futile, e, detto ciò, se siete arrivati fin qua, anch'io ho finito di tediarvi.